Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2004  novembre 30 Martedì calendario

Anno I - Quarantaseiesima settimanaDal 23 al 30 novembreUCRAINA. Il candidato filo-russo Viktor Yanukovich ha vinto le presidenziali ucraìne

Anno I - Quarantaseiesima settimana
Dal 23 al 30 novembre

UCRAINA. Il candidato filo-russo Viktor Yanukovich ha vinto le presidenziali ucraìne. L’opposizione filo-occidentale l’ha subito accusato di brogli portando in piazza migliaia di persone per quella che potrebbe passare alla storia come ”rivoluzione arancione”. A detta degli osservatori internazionali la vittoria spetterebbe a Viktor Yushenko, un cinquantenne che vorrebbe portare il Paese nella Nato e nell’Ue. L’idea non piace a Putin, che mesi fa l’avrebbe perciò fatto avvelenare dagli uomini dell’ex Kgb (ne porta i segni sul volto, orribilmente sfigurato). Il parlamento (Rada) ha annullato le elezioni e indetto un nuovo ballottaggio per il 12 dicembre, ma i governatori degli Stati russofoni del sud est già minacciano la secessione. L’ultima parola spetta alla Corte Costituzionale, che non è entusiasta del compito e potrebbe lasciare tutto com’è. Se va male (male male) finisce come nei Balcani all’inizio degli anni Novanta, se va bene Kiev diventa l’avamposto di una nuova Guerra Fredda.

MEDIO ORIENTE. Diciassette partiti iracheni hanno chiesto un rinvio del voto di almeno sei mesi per motivi di sicurezza, ma il governo non ha intenzione di spostare la data dal 30 gennaio (3 cittadini su 4 sono della stessa idea). Marwan Barghuti, leader dell’Intifada che sta scontando l’ergastolo in un carcere israeliano, ha prima annunciato l’intenzione di candidarsi alle presidenziali palestinesi del 9 gennaio, poi ha dato il via libera ad Abu Mazen (gli hanno garantito che il vecchio si toglierà presto dai piedi). Il presidente israeliano Katsav non ha escluso che per lui possa arrivare una grazia, ma Sharon non ne vuol sentir parlare.

GRAZIE. Ciampi ha graziato Graziano Mesina, leggendario bandito sardo famoso per essere evaso 9 volte (su 30 tentativi). Niente da fare invece per Ovidio Bompressi, visto che Castelli si è rifiutato di inviare a Ciampi il decreto: "Non posso assumermi la responsabilità di controfirmare un provvedimento che non condivido". Si tratta di un caso senza precedenti che solleva un interrogativo costituzionale: il presidente della Repubblica può concedere la grazia senza la controfirma del Guardasigilli? La maggior parte degli studiosi propende per il sì.

JUVENTUS. Il processo doping che vede coinvolta la Juventus s’è concluso con l’assoluzione di Antonio Giraudo e la condanna a un anno e 10 mesi del medico sociale Riccardo Agricola, colpevole di frode sportiva. Accusa e difesa sostengono di aver vinto o al massimo pareggiato, quasi tutti i commentatori neutrali spiegano che scudetti e coppe vinti dai bianconeri nel periodo sotto accusa (1994-1998) non corrono rischi, ma aggiungono che l’immagine della Vecchia Signora ha subìto un colpo durissimo (impietosi i commenti della stampa estera). La battaglia riprenderà in appello, è possibile che alcuni giocatori finiscano sotto accusa per falsa testimonianza. Per intanto, Zeman e Lippi si sono scannati in diretta a Stadio Sprint. Quanto al calcio giocato, ça va sans dir che Inter-Juventus è finita con un pareggio (undicesimo su tredici partite per gli ”XMen” di Mancini).

CRONACA. Le Lega ha messo una taglia di 25.000 euro sull’assassino di un benzinaio di Lecco. L’opposizione si è subito indignata ("barbari!"), perplesso anche Berlusconi, la famiglia della vittima s’è dissociata ("non vogliamo il Far West", ha detto il genero). "A parole sceme opponi orecchie sorde", ha chiosato Pisanu, ministro dell’Interno. A Napoli gli uomini del boss Ciruzzo o’ milionario continuano a far strage tra le fila degli scissionisti: a farne le spese sono per lo più piccoli spacciatori braccati nei vicoli da implacabili sicari provenienti dai Paesi dell’Est. La popolazione assiste impotente alla faida, lo stesso fanno i 300 carabinieri mandati dal governo per portar pace. Nelle indagini sul delitto di Giusy, i sospetti si sono incentrati su un giovane tra i 20 e i 25 anni accusato da un coltellino con tracce di sangue sospette. quasi certo che la quindicenne di Manfredonia fosse ricattata, ma nessuno riesce a capire da chi e perché.

TERREMOTO. Mercoledì alle 22.59 una forte scossa di terremoto ha colpito la zona intorno al lago di Garda: epicentro tra Salò e Treviso Bresciano, ha raggiunto i 5,3 gradi della scala Richter (ottavo della scala Mercalli). Nessuna vittima, solo sette feriti, ma i danni ammontano ad almeno 200 milioni di euro. Come al solito, appena la terra ha smesso di tremare tutti a dire che "se fosse successo al Sud...". Passata la paura, in tanti sono corsi a giocare i numeri al lotto: sulla ruota di Palermo sono puntualmente usciti il 22 (o’ terremoto), il 24 e l’11 (la data della scossa), ha mancato la quaterna chi ha puntato sul 90 (la paura), ma gli esperti avevano consigliato di puntare sull’89 (va bene per tutto quel che trema), che non ha mancato l’appuntamento.

TASSE. Il governo ha varato il taglio delle tasse: gli sgravi ammontano a 6,5 miliardi di euro e si concentrano sull’Irpef, come prescriveva il ”Contratto con gli italiani” del 2001. Per Berlusconi è una "svolta epocale", per l’opposizione si tratta di spiccioli (Scalfari ha stimato il risparmio in trenta cappuccini a testa). Confindustria ha manifestato una "composta delusione" per una scelta che favorisce i consumi più degli investimenti ma ha concluso che è sempre "meglio di niente" (sulla stessa linea i commercianti). I sondaggi dicono che la manovra ha sortito tra gli elettori l’effetto voluto, e la Casa delle Libertà pare ora in rimonta.

BAUDO. La Rai vuole quattro milioni di euro da Pippo Baudo, citato al Tribunale Civile di Roma per "dichiarazioni diffamatorie ed accusatorie degli attuali vertici aziendali". Il presentatore ha subito minacciato che se servirà è pronto a piazzarsi sotto il palazzo della Rai con una tenda canadese: "Non sto scherzando, dopo quello che mi è successo sono pronto a tutto. Non solo non mi hanno fatto più lavorare, adesso chiedono pure i soldi".

LOW COST. L’Enac ha sospeso per un mese la licenza della compagnia aerea Volare. Mentre l’ex amministratore delegato Andrea Molinari ha cominciato a spiegare agli inquirenti i perché della crisi (per dire: pagavano un’ora di volo 5.700 euro ma ne mettevano a bilancio solo 4.600), Ryanair ha fatto sapere che non vorrebbe la concorrente italiana "nemmeno in regalo", piuttosto le interessano i clienti lasciati a terra, ai quali ha subito offerto voli gratis. A proposito di low cost, è imminente l’arrivo delle Fs: da dicembre l’Eurostar Roma-Milano costerà solo 9 euro a prescindere dalle stazioni di partenza e d’arrivo (il tragitto completo in seconda classe ne costa oggi 46).

AIDS. L’Onu ha fatto il punto sulla situazione dell’Aids nel mondo: i sieropositivi sono 39,4 milioni (il 64 per cento nell’Africa subsahariana), quasi cinque milioni hanno contratto la malattia nell’ultimo anno. In particolare preoccupa il diffondersi del contagio tra le donne, soprattutto giovani tra 15 e 24 anni, che non sanno niente dei rischi cui vanno incontro. Quanto all’Italia, ogni due ore c’è un nuovo contagiato, la metà non sa di esserlo e si aggira tra di noi come un ignaro untore. Unica salvezza l’uso del preservativo, che riduce del 90 per cento il numero delle infezioni ma è ancora poco diffuso a causa del prezzo troppo alto.

NON INVIATO

SARKOZY. Tra cori da stadio e applausi l’Ump, il partito unico della destra francese, ha nominato Nicolas Sarkozy suo presidente e, di fatto, candidato all’Eliseo nel 2007. E’ un bella sconfitta per Chirac che non ama il suo ex delfino, ora ministro delle Finanze, da quando, nel 1995, quello tentò di fargli le scarpe appoggiando Balladur. Avvocato, 49 anni, in politica da trenta, Sarkò, come lo chiamano tutti, ha dato una bella svecchiata all’immagine dei gollisti e della République: si fa fotografare in ufficio con cardigan, moglie e labrador, ogni tanto prende in giro Chirac e la sua passione per il sumo ("Che cos’è uno sport, quello?") ma ha in testa una cosa sola: la presidenza della Repubblica, a cui dice di pensare "ogni mattina". Ultimamente i soprannomi gli piovono addosso come il successo: l’Americano, Speedy Sarkò, Jago, Piè Veloce, Bulldozer, l’uomo che ha (troppa) fretta.