Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2004  novembre 17 Mercoledì calendario

Il linguaggio dei gesti. Alcuni gesti - additare, salutare con la mano, alzare o stringere le spalle – sono pressoché universali, altri differiscono da cultura a cultura

Il linguaggio dei gesti. Alcuni gesti - additare, salutare con la mano, alzare o stringere le spalle – sono pressoché universali, altri differiscono da cultura a cultura. Qualche esempio: gli italiani per dire sì muovono la testa dall’alto al basso ma lo stesso gesto, in Bulgaria e Sri Lanka, vuol dire no. Mostrare la lingua da noi è un atto oltraggioso, in Cina esprime un complimento. La ”mano a borsa” (palmo della mano in alto, dita unite per le punte e polso che oscilla ripetutamente puntando verso la spalla), gesto quasi sconosciuto in Gran Bretagna, in Italia vuol dire: ”Ma che vuoi?”. Nel napoletano unire il pollice e tutte le altre dita della mano verso l’alto significa ”ti vuoi sbrigare, vuoi arrivare al dunque?”, mentre in Tunisia e in molti paesi arabi indica esattamente l’opposto: ”Un attimo di pazienza!” (dal libro di prossima pubblicazione Mind, hands, face and body. A goal and belief view of multimodal communication. Autrice Isabella Poggi, psicologa dell’Università Roma 3. Anticipazioni nel sito: http.//host.uniroma3.it/docenti/poggi). R