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 2004  dicembre 10 Venerdì calendario

William Faulkner è di pessimo umore quando nel dicembre del 1950 arriva a Stoccolma per ritirare il Nobel: a stizzirlo è il comportamento della giuria che l’anno precedente gli aveva quasi conferito il premio, prima di sospendere il giudizio per mancanza di unanimità

William Faulkner è di pessimo umore quando nel dicembre del 1950 arriva a Stoccolma per ritirare il Nobel: a stizzirlo è il comportamento della giuria che l’anno precedente gli aveva quasi conferito il premio, prima di sospendere il giudizio per mancanza di unanimità. Gli bastano poche ore per cambiare disposizione d’animo, per merito della donna incaricata di dargli il benvenuto: Else Jonsson, sulla trentina, piacente vedova di un traduttore di letteratura americana che le aveva trasmesso la passione per gli scritti dello stesso Faulkner. Lui ha già scritto i suoi libri più noti, vive nella fattoria di Rowan Oak, nel Mississippi, insieme alla gelosa moglie Estelle che tradisce con la giovane scrittrice Joan Williams. Quello per la Jonsson fu amore a prima vista. In una lettera le scrisse: «Sono arrivato a Stoccolma quel pomeriggio odiando e temendo l’intera faccenda che dovevo affrontare, poi otto ore più tardi sono entrato in quella stanza e tu eri lì che mi guardavi e, nel momento stesso in cui guardavo nei tuoi occhi, dopo il primo impatto sul mio cuore, o quello che fosse, non ero neppure sorpreso, perché sentivo di conoscerti da sempre. Non ti ho associato al tuo nome fino a metà della cena. Non pensavo neppure al tuo nome. Non importava. Sapevo che eravamo destinati, condannati, se preferisci».