Fabio Cavalera, ཿCorriere della Sera 9/12/2004. pag. 2, 9 dicembre 2004
La Lenovo, impresa cinese quotata nella borsa di Hong Kong, in parte controllata dallo Stato e in parte minoritaria dai piccoli azionisti, prima di assorbire l’Ibm era l’ottava impresa d’informatica al mondo: dopo aver comprato la divisione che produce i personal computer del colosso statunitense per un miliardo e 750 milioni di dollari (650 milioni in contanti, 600 in azioni e 500 di debiti) è diventata la terza (controlla il 5,5 per cento del mercato mondiale), con un giro d’affari che sfiora i 12 miliardi di dollari, dietro la Dell (16,7 per cento) e la Hewlett Packard (15 per cento)
La Lenovo, impresa cinese quotata nella borsa di Hong Kong, in parte controllata dallo Stato e in parte minoritaria dai piccoli azionisti, prima di assorbire l’Ibm era l’ottava impresa d’informatica al mondo: dopo aver comprato la divisione che produce i personal computer del colosso statunitense per un miliardo e 750 milioni di dollari (650 milioni in contanti, 600 in azioni e 500 di debiti) è diventata la terza (controlla il 5,5 per cento del mercato mondiale), con un giro d’affari che sfiora i 12 miliardi di dollari, dietro la Dell (16,7 per cento) e la Hewlett Packard (15 per cento). Gli altri numeri della Lenovo: il marchio è valutato dagli esperti 26,8 milairdi di dollari, il fatturato è di 3 miliardi, 9.200 dipendenti e 4.000 punti vendita. Con l’acquisto della Ibm, inoltre, la società cinese s’è impegnata ad assumere 10.000 lavoratori del colosso Usa (2.500 dei quali negli Stati Uniti).