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 2004  dicembre 09 Giovedì calendario

Chuanzhi Liu

• LIU CHUANZHI Cina 29 aprile 1944 • «Al giovane ingegnere Liu Chuanzhi, di solida tradizione familiare comunista, le guardie rosse della rivoluzione culturale avevano intimato: sei un intellettuale, un nemico del popolo, vai a lavorare in campagna. E lo avevano spedito nel Guangdong, il Sud della Cina, a zappare la terra e dare da mangiare ai maiali. Era il terribile 1967. Processi sommari, esecuzioni, libri bruciati, scuole devastate. Dopo 34 anni Liu Chuanzhi ha lasciato intendere di che pasta è fatto un uomo del genere. Che è rimasto comunista (riformista). Che però ha imparato ad apprezzare e praticare la libertà degli affari. Le guardie rosse strepitavano contro i capitalisti americani. Tanto fumo, niente arrosto. Lui ha preso la bandiera rossa della Repubblica Popolare cinese e l’ha piantata nel cuore del capitalismo mondiale. La Lenovo, la società che Liu Chuanzhi [...] ha annunciato l’accordo con l’Ibm e dopo tredici mesi di trattative si è comperata per un miliardo e 750 milioni di dollari la divisione che produce i personal computer del colosso statunitense. [...] Ecco che cosa ha combinato quel signore [...] che le guardie rosse avevano umiliato e deportato. [...] Liu Chuanzhi e la Lenovo di strada ne hanno macinata davvero tanta. Sopravvissuto alle purghe e alle feroci violenze dei fanatici maoisti della rivoluzione culturale l’ingegnere laureatosi alla facoltà militare di Xian (dipartimento comunicazioni radar) fu chiamato a collaborare a Pechino con l’Accademia delle Scienze che raccoglie i cervelli più fini dell’intellighenzia cinese. Sapevano i dirigenti del partito che era figlio di un comunista della prima ora, che lui stesso era iscritto nonostante le brutalità subite. Che era pure un sostenitore convinto delle riforme. Così, negli anni Ottanta, precisamente nel 1984 nel mezzo della rivoluzione modernista di Deng Xiaoping gli dissero: “xia hai”, “salta nel mare”. Aiutaci tu. Gli affidarono il compito di fondare una società di computer. Cosa che fece assieme ad altri undici soci dell’Accademia. Capitale iniziale, versato dalla stessa Accademia, 23 mila dollari. Quella piccola società, con l’ufficetto in un bungalow, si chiamava “Legend”, distribuiva e commercializzava i primi elaboratori della Ibm e le stampanti della Hewlett. Un miracolo per la Cina di allora che non sapeva proprio nulla di elettronica. Ma più grande fu il miracolo successivo. Liu Chuanzhi cominciò a pensare che la Cina i computer li avrebbe potuti progettare e produrre in casa. E che quella sarebbe stata la seconda sfida della sua vita. In un decennio la Legend è diventata adulta: cervello a Pechino, basi operative e di assemblaggio oltre che a Pechino anche a Shanghai e Huiyang, nel Guangdong vicino a dove le guardie rosse avevano confinato il giovane Chuanzhi. Poi nel 1994 la quotazione alla Borsa di Hong Kong e la scalata al mercato, con un’azione aggressiva ed efficace in grado di erodere quote sempre più importanti ai concorrenti americani, europei e asiatici. [...] la Legend ha mutato il marchio: “Lenovo Group Limited” per essere presentabile oltre Oceano. [...] Liu Chuanzhai si è guadagnato il titolo di “Star dell’Asia” dal settimanale “Business Week”. E di “migliore businessman d’Asia” dal settimanale “Fortune”. [...]» (Fabio Cavalera, “Corriere della Sera” 9/12/2004).