Alessandra Farkas, ཿCorriere della Sera 7/12/2004. pag. 39, 7 dicembre 2004
Dopo aver visionato diverse sceneggiature, Joel Stein, giornalista del ”Los Angeles Times” ha sentenziato che «i reality show non sono altro che situation comedy: spettacoli che si propongono di essere vieritieri, come veri documentari, invece sono falsi perché segretamente preparati in anticipo dagli autori»
Dopo aver visionato diverse sceneggiature, Joel Stein, giornalista del ”Los Angeles Times” ha sentenziato che «i reality show non sono altro che situation comedy: spettacoli che si propongono di essere vieritieri, come veri documentari, invece sono falsi perché segretamente preparati in anticipo dagli autori». Tra gli esempi della «truffa televisiva»: ”Queer Eye for the Straight Guy (il presunto show-verità sui dei ragazzi eterossesuali, uno per puntata, che con l’aiuto di un’equipe gay cambiano look per piacere di più alla moglie o alla fidanzata), dove ogni attimo è pianificato in anticipo; in ”The Simple Life” (promette di «mostrare le vere avventure di Paris Hilton»), il copione parte dalla prima puntata con un incidente automobilistico premeditato. Un dirigente della Tv via cavo ”Bravo” ammette le colpe: «La pratica è diffusa, per sopravvivere questo genere ormai sulla via del tramonto ha dovuto adeguarsi».