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 2004  dicembre 07 Martedì calendario

THUN

THUN Matteo Bolzano 1952. Architetto. Designer • «Ha studiato con Oskar Kokoschka all’accademia di Salisburgo, si è laureato a Firenze, è stato socio fondatore dello studio Sottsass e del Gruppo Memphis, nel 1984 ha aperto uno studio dove oggi lavora un team di 50 architetti, grafici e designer. ”Negli anni Sessanta il bello era valutato sul costo. Nei Settanta si è passati alla categoria del ”bel design’, idea estetica basata sull’addizione”, dice Thun, che gli contrappone la ricerca dell’essenza. ” il ’no design’, che trae spunto da un archetipo, che lavora per sottrazione”. Guai, però, a interpretarlo come una forma di minimalismo. ”Il minimalismo è ”less is bore’, il meno è noia, povertà di emozioni. La sottrazione, invece, si definisce come ”less is more’, meno è più. Il minimalismo può mettere in crisi i rapporti umani, la sottrazione li rende più facili, ci connette con l’ambiente. una presa di coscienza che ha stabilito un rapporto critico col consumo”. un’idea che Thun definisce con la formula ”Eco non ego”, e che esprime un nuovo stile di vita, un modo di intendere la casa, l’abitare. ”Bisogna spostare il fulcro dell’attenzione dall’individuo all’individualità. L’individualità nasce dal rispetto per il luogo in cui si vive e si costruisce”. In questa operazione Thun si è ispirato a culture contadine povere come quella dei walser, originari del Vallese e diffusi in molte zone alpine. ”I contadini conoscono il microclima, sanno istintivamente come usare le kilocalorie del sole”. così, per esempio, che ha progettato ”O Sole Mio’, una casa monofamiliare a moduli componibili, che abbatte i costi di riscaldamento. ”L’edilizia sostenibile deve essere una riflessione. Per investire sulla soglia dei mille euro al metro quadro”. La possibilità di costruire moduli che corrispondano sia alla disponibilità economica sia alle esigenze volumetriche ed estetiche di un singolo, una famiglia, gruppi, secondo Thun è un concetto che si può applicare a tutti i livelli dell’edilizia. ”Dire che non ci sono i soldi per costruire è sbagliato. Dobbiamo cambiare metodologia, semplificare il lavoro, essere più precisi e creare un bello vero. Per un’azienda, ad esempio, il bello non è la scultura di Pomodoro o la fontana all’ingresso: il bello è far vedere che spendi nella ricerca”. Il mezzo per raggiungere l’estetica dell’economia è proprio la ricerca. Come quella che ha portato a realizzare il ”PanelOne”, un pannello di sandwich che si usa per pavimento, parete, soffitto, che permette di costruire una casa con 170 pezzi anziché 1.700. ”Come un Lego. Perché si usano i telai? Perché costruiamo con precisione insufficiente. Il pannello, invece, consente assoluta precisione: faccio il buco e ci metto la porta, la finestra. Sono più rapido, più preciso, costo meno. Costando meno è più bello”. Costa ancor meno se la casa ce la progettiamo da soli, utilizzando il configuratore Internet messo a punto dallo studio Thun (www.unitedbuildings.com): si scelgono modello, moduli, pannelli e si identificano gli artigiani che assemblino il tutto. ”La sottrazione finale è quella degli architetti”, dice Thun. Soddisfatto» (Massimo Morello, ”L’Espresso” 9/12/2004).