Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2004  dicembre 06 Lunedì calendario

Kerik BernardBailey

• New York (Stati Uniti) 4 settembre 1955. Politico. Nel 2004 fu nominato da GW Bush segretario alla sicurezza nazionale (in successione di Tom Ridge) ma dovette rinunciare dopo poco, ufficialmente perché aveva una baby sitter in nero, qualcuno sospetta un conflitto d’interessi. «Tutta colpa della baby sitter. Bernard Kerik, il superpoliziotto col fisico da lottatore che Bush aveva voluto al posto di Tom Ridge per garantire la Sicurezza nazionale degli Stati Uniti, ha abbandonato prima ancora di diventare ministro. ”Ragioni personali”, ha detto, per poi confessare che nel suo passato c’era una colpa imbarazzante: non aver messo in regola l’immigrata che si occupa dei suoi figli. [...] L’abbandono di Kerik sembrerebbe nato da un rigore straordinario, se non ci fosse il sospetto che a spingerlo siano intervenuti altri motivi, non ufficiali. L’ex capo della polizia di New York era in aria di conflitto di interessi, perché è socio di Rudolph Giuliani in un’azienda di sicurezza privata, ma soprattutto perché siede nel consiglio di amministrazione dell’azienda che produce le pistole paralizzanti ”Taser”, giocattoli contestati dai militanti per i diritti civili, e apprezzati - e acquistati in grande quantità - proprio dal Dipartimento della sicurezza interna. Una contraddizione troppo evidente, anche se Kerik - garantisce l’azienda - aveva già preso l’impegno di dimettersi, e ha venduto le sue azioni (177 mila, per 6,8 milioni di dollari). Testa rasata, baffoni, cintura nera di karate, carattere rude, Kerik sembrava il prototipo dell’uomo fatto da sé, di cui la cultura americana si nutre, e di cui George W. Bush ha fatto una bandiera. Figlio di una prostituta alcolizzata, abbandonato dalla madre, che poi verrà trovata uccisa in una casa di tolleranza, ex guardia del corpo, ex poliziotto militare, ex investigatore della narcotici, era comparso con la sua figura massiccia accanto al presidente e a Rudolph Giuliani davanti ai resti del World Trade Center. Kerik incarnava bene il messaggio di quelle ore: basta chiacchiere, adesso rimbocchiamoci le maniche. Spazzate la macerie delle Torri gemelle, Kerik ha deciso di scrivere un’autobiografia, Il figlio perduto. Un’opera già venduta alle major cinematografiche ma che, prima dei premi letterari, gli ha portato una multa di 2500 dollari per aver usato tre agenti come assistenti-ricercatori. Ma non potendo stare lontano dall’azione, il beniamino di Rudolph Giuliani si era fatto mandare nell’Iraq occupato, per curare l’addestramento dei poliziotti locali. E anche sulle rive del Tigri il carattere prepotente si era fatto notare, tanto che fra gli alleati britannici girava il soprannome di ”Terminator di Bagdad”. Un personaggio disinvolto nei rapporti con le lobby e sicuramente poco gradito alla sinistra Usa. [...]» (Giampaolo Cadalanu, ”la Repubblica” 12/12/2004). «Figlio di una prostituta, abbandonato a due anni dalla madre, scappato da scuola, poliziotto militare in Corea del Sud, padre di un bambino non riconosciuto e lasciato in Asia, agente privato in Arabia Saudita, guardia carceraria in New Jersey, detective della divisione narcotici nel Dipartimento di Polizia di New York, guardia del corpo di Rudolph Giuliani, capo delle carceri nella città, capo del Dipartimento di Polizia della Grande Mela, socio di Giuliani nella sua società di consulenza, ministro degli Interni provvisorio in Iraq, ministro della Sicurezza Nazionale nella seconda amministrazione di George Bush. [...] una vita che la Miramax vuole trasformare in film [...] Bernie nasce il 4 settembre del 1955 a Newark, nel New Jersey, una delle città con il tasso di criminalità più alto in America. Cresce a Patterson, sempre nel New Jersey, dove c’è una folta comunità di immigrati musulmani, fra cui si sarebbero nascosti anche alcuni dirottatori di Al Qaeda. A due anni la madre lo abbandona, e poco dopo viene ammazzata da un colpo in testa sferrato dal suo ”pappone”. Kerik studia alla Eastside High School, così violenta da finire nei film di Hollywood sulla gioventù bruciata, e la molla prima di prendere il diploma. Si arruola nell’esercito, dove si specializza nelle arti marziali, e viene assegnato in Corea del Sud come poliziotto militare. In questo periodo mette incinta una donna locale, ma rifiuta di riconoscere il bambino e lo abbandona: ”Mi vergogno - scriverà poi nella biografia The lost son - di ricordare quanto ero giovane, stupido ed egoista”. Finito il servizio in Corea, e guadagnato il certificato equivalente al diploma, Kerik va in Arabia Saudita a lavorare come agente privato negli ospedali della famiglia reale. Fa un figlio con la prima moglie, Jackie, ma poi la molla per sposarsi con una siriana, Halah, da cui nascono altri due bambini. Torna in New Jersey a lavorare come guardia carceraria, ma il suo sogno è entrare nel Dipartimento di Polizia di New York, il mitico NYPD. Ci riesce nel 1986 e lo incaricano di pattugliare Times Square, fra prostitute e spacciatori, per fermare il traffico di droga. Bernie si fa crescere il codino e sfoggia orecchini con diamanti, per calarsi nella parte. Nel 1989, ad una cerimonia per un collega ucciso, incontra Rudolph Giuliani e diventano amici. la svolta della sua vita. Durante la campagna elettorale del 1993 fa la guardia del corpo al candidato sindaco, e quando Rudy vince gli affida il sistema carcerario di New York. Spezza la schiena ai criminali di Rikers Island, ma nel 2000 Giuliani resta senza capo della polizia e affida a Kerik i 40.000 uomini di NYPD. I reati in città calano ancora, del 12%, anche se Bernie riceve una multa da 2500 dollari per conflitto d’interesse: aveva incaricato alcuni agenti di indagare sull’omicidio di sua madre. Poi, l’11 settembre 2001, Kerik si trova davanti alla sfida che non avrebbe mai voluto: rispondere all’attacco terrorista che uccide 23 poliziotti in un solo giorno. Dorme in ufficio per un mese, spalleggia Rudy in tutta la città e mantiene l’ordine. Quando Giuliani lascia la poltrona di sindaco, nel 2002, va con lui nella sua compagnia di consulenza per la sicurezza, e incassa 5,8 milioni di dollari vendendo le azioni di un’azienda produttrice di armi che aveva pubblicizzato, la Taser. Prende anche la laurea, via posta, dall’Empire State College. Nel frattempo lo nota Bush, che gli chiede di andare a fare il ministro dell’Interno provvisorio in Iraq. Kerik non ferma la guerriglia, ma riorganizza le forze dell’ordine, e il presidente lo premia nominandolo superpoliziotto d’America» (’La Stampa” 4/12/2004). «[...] Neanche il tempo di imparare a dire ”mamma” e subito aveva visto sparire chi si era presa la briga di metterlo al mondo. Quanto al padre, chi l’aveva mai conosciuto? Ma se è per questo, neanche sua madre era tanto sicura su chi fosse il genitore di Bernie. Normale per chi come lei faceva il mesti ere più antico del mondo. Nessun bookmaker con un po’ di cervello avrebbe scommesso un cent su un futuro ”normale” per Bernie. Chi ci ha creduto oggi sarebbe ”miliardario”: Bernard Kerik è il responsabile della sicurezza interna degli Stati Uniti. Il super poliziotto che protegge tutta l’America. Lui, nato sulla strada, abbandonato in una via, la risposta vivente che spiazza tutti i soloni della sociologia, quelli che accusano la società per le colpe dei singoli e che si dimenticano di scrivere che un uomo, ogni uomo è responsabile del proprio destino. E anche se nasci in un tugurio, se non hai padre né madre, né soldi, né le amicizie giuste puoi farcela lo stesso. Se poi nasci in America, magari è più facile» (Carlo Baroni, ”Avvenire” 5/12/2004).