Varie, 3 dicembre 2004
FERRERO
FERRERO Michele Dogliani (Cuneo) 26 aprile 1925. Industriale. Artefice dei successi di una delle maggiori industrie dolciarie al mondo, a partire dalla Nutella, è figlio di un pasticciere di Alba che, partendo dal negozio della centrale via Maestra, avviò l’avventura industriale • «Aveva 32 anni quando prese in mano l’azienda fondata dal padre Pietro, pasticciere a Dogliani, piccolo centro nella Langa delle nocciole e del Dolcetto. E da allora Michele Ferrero, il ”papà della Nutella” - inventata nel 1964 - ha sempre seguito di persona tutti i prodotti che hanno fatto la fortuna del quarto gruppo dolciario del mondo. [...] Figura unica nel panorama degli imprenditori italiani - da sempre evita apparizioni in pubblico e interviste - Michele Ferrero è stato uno dei primi industriali a ”varcare le Alpi” investendo in Germania e in Francia fin dal 1956. Vive tra Monte Carlo e Alba, cui è comunque profondamente legato avendo dato vita nel 1983 alla Fondazione Pietro, Piera, e Giovanni Ferrero (che porta i nomi di padre, madre e zio), presieduta dalla signora Maria Franca. Continua a sperimentare e lavorare ai suoi ”figli”, come li chiama, cioè i prodotti dolciari. Ogni giorno si reca ancora alla Soremartec, l’azienda creata per sperimentare le novità, della quale ha fatto costruire una sede nel Principato di Monaco e prosegue nei suoi ”assaggi”. Sono sue tutte le invenzioni grazie alle quali il gruppo industriale, nato ad Alba nel dopoguerra, è passato dai mille dipendenti degli Anni 50 ai 4 mila del 1960, per poi salire a diecimila nel 1990, fino agli attuali 16 mila (in tutto il mondo), con un fatturato consolidato di 4,7 miliardi di euro. E le realizzazioni si chiamano Mon Chéri (1956), Tic Tac (1969), Estathè (1972) e Rocher (1982). Ma soprattutto sono famosi i Kinder Sorpresa, quando ebbe l’intuizione: ”Perché i bambini vogliono le uova di Pasqua al cioccolato? Per la sorpresa: allora dobbiamo dargliela tutti i giorni”» (’La Stampa” 27/4/2005). «[...] Cioccolato, merendine, pastiglie, soft drinks, semifreddi danno lavoro a oltre 16 mila dipendenti [...] l fatturato consolidato 2002 è stato di 4.549 milioni di euro e negli anni aumenta in media del 5%. Un quarto viene realizzato in Italia, il 60% negli altri paesi dell’Unione europea, il 9% nelle Americhe e il resto in giro per il mondo. [...] Il gruppo Ferrero non ha mai voluto quotarsi in Borsa. Per le strategie che ha seguito, non ne ha mai avuto bisogno. A conferma che la Borsa non è la sola strada per crescere. Michele Ferrero, infatti, non ha fatto acquisizioni degne di nota nell’evidente convinzione che gli altri non avessero prodotti geniali quanto Nutella, Kinder, Ferrero Rocher, Mon Chéri, Estathè, Fiesta o Tic Tac. La sua storia è stata dunque assai diversa da quella di un Leonardo Del Vecchio che, invece, puntando a costruire una rete distributiva su scala mondiale per piazzare i suoi occhiali disegnati dagli stilisti, si è quotato addirittura a Wall Street ed è cresciuto a colpi di Opa coinvolgendo sempre di più i manager non solo nella gestione ma anche nel capitale di Luxottica. E tuttavia, pur senza i clamori mediatici che alla fine hanno esaltato il caso Del Vecchio, Ferrero non ha avuto meno successo. [...]» (Massimo Mucchetti, ”Corriere della Sera” 3/12/2004).