Varie, 2 dicembre 2004
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Jagger Bianca
• (Bianca Perez-Moreno de Macias). Managua (Nicaragua) 2 maggio 1945. «Era la moglie di Mick, oggi si definisce ”Human Rights Advocate”, paladina dei diritti umana [...] in passato [...] una divina da jet set, una ragazza dello zoo di Andy Warhol [...] Il suo passato palpita ancora nelle foto che le scattavano a turno Andy Warhol o Bob Colacello, un artista e un giornalista, collezionisti di icone newyorkesi. [...] nelle stanze della Factory, nella discoteca più famosa del mondo, lo studio 54, o sulla spiaggia di Montauk, lei c’era sempre. [...] Piccola, bruna [...] elegante, bella, strafottente anche, un poco [...] figlia di ricca famiglia [...]» (Maria Latella, ”Sette” n. 15/1999) • « una combattente. Zigomi alti, bocca ardente, voce profonda, sopracciglia forti sugli occhi neri. Una bella donna. I pantaloni sobri e il fascino un po’ severo non possono nascondere una femminilità che, tre decenni or sono, ha incantato i fotografi, i suoi amici celebri dello Studio 54 di New York (il mitico night club dove una sera fu fotografata su un cavallo bianco) e il marito di allora, Mick Jagger dei Rolling Stones. Di quegli anni glamour e del suo matrimonio celebrato a Saint Tropez nel 1971, Bianca Jagger non ama parlare. Da tempo, in effetti il suo nome, che è diventato anche quello della sua fondazione, non è più associato a quello del rocker e lei ha una sua identità personale. Quella di una militante dei diritti umani (lei mette in discussione il termine diritti dell’uomo, osservando che le vittime dell’oppressione sono per lo più donne) che, nelle strade, nelle foreste tropicali o nelle prigioni, all’Onu o al Consiglio d’Europa di cui è ambasciatrice di buona volontà, milita contro la guerra e il sopruso, la pena di morte e la distruzione dell’ambiente. Bianca lavora per Amnesty International (fa parte del Consiglio consultivo degli Stati Uniti), appoggia Human Rights Watch e altre ong e nel 2004 è stata insignita del Right Livehood Award, noto come il Nobel alternativo. nata in Nicaragua come Bianca Perez-Mora Macias ai tempi terribili della dittatura di Somoza, quando nel paese regnavano ”tirannia, povertà, guerra e malattie”. Abbastanza per accendere in lei la fiamma della ribellione e per incitarla a lasciare la graziosa scuola dell’Immacolata Concezione per partecipare alle manifestazioni degli studenti. Per indignarla sulla condizione delle donne, anche. Dopo il divorzio, la madre ha dovuto lavorare per far studiare i tre figli, subendo, in un ambiente borghese e conservatore, riprovazione e discriminazioni. ” stata una pioniera, coraggiosa e determinata, che credeva all’emancipazione delle donne in un momento in cui erano considerate cittadine di seconda classe. E io ho giurato che non sarei mai dipesa da un uomo, che avrei avuto un lavoro e una carriera. Mia madre è stata la mia più grande ispiratrice”. Dopo aver ottenuto una borsa di studio per frequentare Scienze politiche, arriva a Parigi nel 1966, affascinata dall’illuminismo e dai concetti di libertà, fraternità e uguaglianza. Divora saggi e libri - il primo in francese è Lo straniero di Camus - partecipa a conferenze, riflette. Si dice che un giorno lavorerà in politica o nel campo dei diritti umani. Ma, nel 1971, sposa Mick Jagger, incontrato a Parigi. ”Me n’ero andata dal Nicaragua per scappare alla sorte consueta delle donne e, voilà, con il matrimonio mi mettevo nelle condizioni, per altri versi, di fare la stessa fine”. Vive fra Londra, Parigi e New York, segue gli Stone in tournée, appare in qualche film. ”Ma sapevo che non dovevo lasciarmi intrappolare: le mie radici, la mia terra, erano in Nicaragua. E che, per tornare a sentirmi completa, dovevo tornare sui miei passi”. La storia l’aiuta. ”La caduta del dittatore ha coinciso con la fine del mio matrimonio”. Nel 1979 la rivoluzione sandinista è nel pieno. Dopo aver coordinato una raccolta fondi per le vittime della guerra, Bianca Jagger torna in Nicaragua con la Croce Rossa. Inorridisce alle condizioni del Paese: per un attimo confida nella rivoluzione ma rapidamente arriva alla condanna delle derive sandiniste. Ma è ugualmente scandalizzata dal sabotaggio degli Stati Uniti che finanziano i ”contras”. ”Washington combatteva i comunisti ma definiva la sua crociata ”guerra al terrorismo’. Come in Salvador, in Laos e in Vietnam. Come oggi in Afghanistan e in Iraq”. Bush! Non le bastano le parole per criticare il presidente americano. ”Quel bugiardo, cinico, fuorviato e pericoloso dovrebbe rispondere alla giustizia delle violazioni del diritto internazionale e di crimini contro l’umanità”. Peggio è solo Blair, ”che ha tradito i suoi ideali, abdicato i suoi principi, rendendo l’Inghilterra più vulnerabile che mai al terrorismo”» (Annick Cojean, ”La Stampa” 2/4/2007).