Marco Tosatti, La Stampa 1/12/2004, pag. 27., 1 dicembre 2004
Nelle sue secentesche "Considerazioni sulla pittura" Giulio Mancini distingue due tipi di ritratto: quello semplice, «senza attione ed espressione d’affetto» in cui è fondamentale la somiglianza quasi fotografica con il soggetto; e un secondo genere, in cui «l’attione e l’affetto» cioè l’espressività, legata al ruolo e alla figura devono prevalere
Nelle sue secentesche "Considerazioni sulla pittura" Giulio Mancini distingue due tipi di ritratto: quello semplice, «senza attione ed espressione d’affetto» in cui è fondamentale la somiglianza quasi fotografica con il soggetto; e un secondo genere, in cui «l’attione e l’affetto» cioè l’espressività, legata al ruolo e alla figura devono prevalere.