ཿCorriere Lavoro 26/11/2004.pag.8, 26 novembre 2004
Antonio Ricci spiega che «la velina è nata per sbeffeggiare il mondo della televisione, prendere in giro le vallette di una volta ma anche le telegiornaliste che oggi vengono assunte più per la loro bellezza che per le effettive capacità
Antonio Ricci spiega che «la velina è nata per sbeffeggiare il mondo della televisione, prendere in giro le vallette di una volta ma anche le telegiornaliste che oggi vengono assunte più per la loro bellezza che per le effettive capacità. Inoltre serviva ad allegerire il programma che altrimenti sarebbe stato percepito come un telegiornale, invece era è resta un varietà e non la verità». Per l’ideatore di ”Striscia la notizia” «la velina ha un doppio ruolo. Quello all’interno del programma che è di assoluto mutismo. E’ l’esibizione inutile della sua parte. E poi un ruolo di mercificazione, di venditrice, nelle telepromozioni, dove finalmente parla dei prodotti pubblicizzati. Quindi mute in trasmissione e loquaci in telepromozioni». Secondo Ricci, inoltre, il crescente interesse mediatico per le veline «rappresenta il paradosso del giornalismo di oggi. Perché anche nel giornalismo, quello vero, ormai c’è esibizione di corpi. Più che la bravura, per andare in onda servono la bellezza, il movimento, la voce impostata. E per questo io, attraverso le veline, prendo in giro il fenomeno vero di una scelta fatta secondo questi criteri nel giornalismo reale e non solo». Infine, respinge ogni accusa di «sfruttare le ragazze che hanno il mito della televisione»: «Per questo io ho fatto anche un altro programma, ”Velone”, che ha voluto dimostrare che il mito di apparire in televisione esiste non soltanto per le ragazze, ma anche per le ultrasessantenni, che pur di andare in televisione erano disposte ad esibirsi, a prendersi e a farsi prendere in giro, anche alla loro avanzata età».