29 novembre 2004
Tags : Philippe. De Broca
DeBroca Philippe
• Nato a Parigi (Francia) il 15 marzo 1933, morto a Parigi (Francia) il 26 novembre 2004. Regista. «Divertente, eccentrico e gran seduttore (tre mogli e molte compagne tra le quali l’attrice Marthe Keller), Broca è stato il regista simbolo della commedia, dell’intrattenimento leggero, delle grandi produzioni. Dal suo sodalizio con Jean-Paul Belmondo sono nati sei film, il primo dei quali sul bandito Cartouche (con Claudia Cardinale) è stata la consacrazione del regista. il 1961 e Belmondo pattina tra la Nouvelle Vague (nel ’60 ha girato Fino all’ultimo respiro) e un cinema che si rivelerà più nelle sue corde (nel ’63 Broca lo dirige in L’uomo di Rio, altro immenso successo). Nato nel 1933 a Parigi da una famiglia di piccola nobiltà, ma con grande vena artistica, Philippe de Broca inizia i suoi studi come operatore. Cosa che lo condurrà in Algeria, arruolato nel servizio cinematografico del’esercito francese. Rimarrà tre anni, ma filmando sempre di meno. ”Se riprendevo gli atti di violenza dei soldati francesi venivo subito censurato” racconterà. Quando torna in Francia la Nouvelle Vague sta per sbocciare. Alla fine degli anni 50 è assistente di Claude Chabrol per ben tre film: I cugini, Le beau Serge, A doppia mandata che segnerà il suo primo incontro con Belmondo. anche assistente di François Truffaut per I 400 colpi. Ma Broca ha voglia di ridere e di fare ridere, il cinema intellettuale non fa per lui, e lui trova il coraggio di deragliare dai binari dei Cahiers du Cinema senza per questo perdere la stima di Truffaut e compagni. Con Montand e Marthe Keller gira Non tirate il diavolo per la coda (1968), altro grande successo; con Piccoli Darsela a gambe (1971); e ancora con Belmondo (e Vittorio Caprioli) Come si distrugge la reputazione del più grande agente segreto del mondo (1973); con Girardot e Noiret Disavventure di un commissario di polizia (1977). Nell’88 (ma gli anni 80 non saranno generosi) scopre una giovane Catherine Zeta-Jones in Le mille e una notte. Negli anni 90 ha un buon successo in patria (un po´ meno da noi) con Daniel Auteuil nei panni di Il cavaliere di Lagardière, e un flop con Amazone [...]» (Laura Putti, ”la Repubblica” 28/11/2004). «Come dalla ”new Hollywood” scaturirono Landis, Dante e Waters, e non solo i fustigatori calvinisti (Lumet, Pollack, Mulligan...) della Hollywood degli Studios, così la ”nouvelle vague” non è solo Godard e Rohmer, o una messa ugonotta solenne e cantata. Ma produsse perfino commedianti d’avventura, umoristi snodati e ballerini eccentrici, come Jacques Demy e Philippe De Broca il cui motto era: ”amo innanzitutto far ridere e vedere la vita nel suo aspetto comico”. Philippe De Broca [...] stato uno dei più originali, popolari e amati registi del cinema francese, perché metteva d’accordo i pubblici d’ogni età, sesso, cultura, regione e origini. ”Tutto è azione. Tutto è visuale. Non psicologia. Io vorrei a poco a poco trasformare i miei film in autentici balletti, non necessariamente in commedie musicali, ma proprio in balletti”, dichiarò nel 1969. Infatti, a differenza dei suoi amici e maestri della ”nuova onda” (ma Truffaut ne ebbe sempre una grande stima), De Broca si specializzerà via via in commedie d’avventura molto ben congegnate, buffe, esotiche e un po’ erotiche, privilegiando il montaggio serrato delle scene d’azione, la gag, la suspense e il ritmo frenetico. Altro che centralità del’«piano sequenza”. Così fu un autore di successo mondiale, visto che L’uomo di Rio (’64), il ”migliore adattamento da Tintin”, scrive ”Le Monde” (che aggiunge: ”ma Hergé non ne fu molto responsabile”) incassò 5 milioni di spettatori, solo in patria; e Cartouche (1962) e L’uomo di Hong Kong (Les tribulations d’un chinois en Chine, adattamento molto libero da Jules Verne, `65) restano, dagli anni 60 in poi, pietre miliari dell’immaginario collettivo occidentale. Attraverso questi tre blockbuster trasformò un attore moderno, cult, ma ”per pochi”, come Jean Paul Belmondo, in una vedette di charme planetario. [...] Con lo stesso lavoro, meticoloso, esigente, preciso e raffinato, valorizzò Francois Dorleac (sorella di Catherine Deneuve) di cui in L’uomo di Rio Belmondo, reporter belga, si innamora perdutamente. Ma l’attrice è morta, purtroppo, troppo presto per la consacrazione definitiva. Certo non sempre la carriera di De Broca è segnata da grandi successi (Le mille una notte e Louisiana ne sono un inequivocabile esempio) e perfino il sodalizio con Belmondo conta due fiaschi clamorosi (Roi de coeur, ’66 e Amazone, 2000), ma De Broca seppe sempre rifarsi. ”Risciacquò i panni” al momento giusto lavorando per la televisione, riportò in hit parade Belmondo con Magnifique (’73) e L’incorregible (’75) e affiancò la coppia Philippe Noiret e Annie Girardot al massimo della forma (Tendre poulet, ’78 e On a volé la cuisse de Jupiter, `80), illuminando zone d’ombra recitative di Cassel, Montand, Auteil, Perez e Deneuve... De Broca, figlio di un industriale piuttosto stravagante (che lui descriveva come artista e bohèmienne), era nato a Parigi il 15 marzo 1933. Diplomato nella scuola tecnica di fotografia e cinematografia di rue de Vaugirard, al seguito di una spedizione della Citroen nel Sahara, per tre anni fu poi operatore di guerra sul fronte algerino. In una intervista con lo storico Benjamin Stora, però, ricordò che le insistenibili sequenze di violenze commesse dai militari francesi gli venivano poi irrimediabilmente censurate dai suoi superiori. ”Finché smisi di riprenderle”. Tornato a Parigi è allievo di Henri Decoin e Georges Lacombe. Dal 1958 al 1959 è sui tre set di Claude Chabrol che cambieranno la storia del cinema transalpino: I cugini, Il bel Sergio e A double tour (dove conosce Belmondo). Contemporaneamente è il primo assistente di Pierre Schoendorffer e Francois Truffaut, in I 400 colpi . Fu colpa delle leggi corporative del periodo, in realtà: Truffaut avrebbe fatto volentieri a meno di un ”noi0so uomo del mestiere”. Invece Truffaut trovò nel suo coetaneo, imposto, un complice espertissimo. Per il suo esordio nella regia, Les jeux de l’amour, (’59), De Broca lavora con la stessa sceneggiatrice di Godard, Geneviève Cluny (Una donna è donna). Tenerezza, poesia, armonia mixate con il burlesque e con dialoghi ”boulevardiers”, ecco il suo segreto [...]» (Roberto Silvestri, ”il manifesto” 28/11/2004).