Varie, 29 novembre 2004
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Agnelli Arduino
• Trieste 18 maggio 1932, Trieste 26 novembre 2004. Storico. «Aveva sempre unito l’attività di studioso — dalla cattedra di storia delle dottrine politiche nell’ateneo triestino — a un forte impegno politico e civile, che lo aveva portato a ricoprire la carica di sindaco nella sua città durante gli anni ottanta, e poi a diventare senatore, eletto nelle file del Partito socialista per due legislature (ma senza mai chiusure né ostracismi: da qui i suoi forti legami con Valiani e Spadolini). Si era fatto un nome, ben al di là del ristretto campo accademico, come originale conoscitore dell’austro-marxismo (lo testimonia il suo libro su Questione nazionale e socialismo del 1969, dedicato in particolare a Otto Bauer e Karl Renner), e soprattutto come attento e acuto interprete delle vicende storiche e delle prospettive di sviluppo di quell’area più nota col nome di Mitteleuropa: tant’è vero che un’altra sua opera, La genesi dell’idea di Mitteleuropa (’71), resta un testo-base per conoscere e capire il complesso e tormentato processo che ha condotto al cosiddetto “allargamento” dell’attuale Unione Europea a venticinque membri. Collega, e da sempre amico di Claudio Magris, come pochi altri Agnelli era noto per una sua singolare capacità “ubiquitaria”. Perché dietro quella sua aria tranquilla e rassicurante, che incantava gli allievi, c’era l’intrepida capacità di “muoversi”, di tenere contatti, di stimolare iniziative, convinto ogni volta — non meno di Norberto Bobbio — che l’intellettuale, l’uomo di cultura, non deve “chiudersi” in altezzoso isolamento. Al contrario, bastava chiederglielo, e Arduino Agnelli non rinunciava a intervenire, pronto ogni volta a spiegare che se viviamo momenti difficili e di crisi, c’è un motivo in più per “non disertare”, per impegnarci sul serio a “raddrizzare la vecchia barca” e soprattutto guardare all’Europa. Un suggerimento che adesso diventa anche simbolo della sua eredità ideale» (“Corriere della Sera” 28/11/2004).