Varie, 25 novembre 2004
CALVI
CALVI Guido Pescara 17 luglio 1940. Avvocato. Politico. Eletto al Senato nel 1996, 2001, 2006 (Pds, ds) • «Appena laureato difese l’anarchico Pietro Valpreda, accusato per la bomba di piazza Fontana [...] alle spalle dibattiti celebri come quelli per le stragi nere della stazione di Bologna e del treno 904, il caso Moro e il maxiprocesso alla Mafia [...]» (Stefano Jesurum, ”Sette” n. 6/1999). «[...] l’avvocato Calvi. Il professor Calvi. E il senatore Calvi, parlamentare ds da due legislature e iscritto al partito che prima si chiamava Pci dal 1971. Prima era un seguace di Lelio Basso. ”Una storia politica che rivendico totalmente”, assicura. [...] è stato comunista e oggi non si definisce né ex né post; semplicemente ”un militante che ha seguito l’evoluzione del suo partito dopo i cambiamenti epocali del 1989. E che difende con forza la battaglia dei comunisti italiani per la democrazia e la Costituzione”. Del resto, ai tempi di Mani Pulite, diversi imprenditori si sono rivolti a Calvi. Oltre al tesoriere del Pci-Pds Marcello Stefanini, per conto del quale ebbe dei ruvidi faccia a faccia col pubblico ministero Antonio Di Pietro, oggi suo collega e alleato politico al Senato. Cesare Geronzi, che Calvi assiste insieme a Francesco Vassalli, è solo uno dei clienti illustri. Un altro, per restare nell’attualità politica, è Massimo D’Alema, che Calvi assisté (come Achille Occhetto) nelle indagini veneziane e romane sulle presunte ”tangenti rosse”. Ma Calvi preferisce elencare altri processi famosi che l’hanno visto protagonista, anche all’estero: parte civile per il dissidente greco Alekos Panagulis, perseguitato dal regime dei colonnelli; difensore del leader del partito comunista cileno Luis Corvalan dopo il golpe militare del 1973; in Italia, di Pier Paolo Pasolini: ”Lo conobbi da studente, nel 1963, quando lo invitai per una conferenza e fu aggredito dai fascisti”; di Pietro Valpreda, l’anarchico accusato e poi scagionato per la strage di Piazza Fontana: ”La mia prima difesa, la più bella”. E poi parte civile nei dibattimenti per le stragi nere e per gli omicidi delle Brigate rosse, nel maxi-processo alla mafia e in quelli per diffamazione di magistrati come Gian Carlo Caselli. Nato nel 1940, professore universitario di Teoria del processo, autore di saggi sulla filosofia del diritto, su Kierkegaard e su Condorcet, appassionato di buone letture e cultore di musica sinfonica [...] La battaglia parlamentare a cui tiene di più? ”Quella per l’introduzione dei principi del giusto processo nella Costituzione, con i quali abbiamo stabilito che la ricerca della verità deve avvenire attraverso il contraddittorio”. Un garantista? ”Ma certo! La contrapposizione tra garantisti di destra e giustizialisti di sinistra è un’enorme sciocchezza. Anche la difesa dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura è una battaglia che rivendico in pieno, soprattutto in tempi di leggi vergogna e di una riforma della giustizia assurda. Ma ciò non significa assenza di controllo, anzi. In sostanza, io difendo la magistratura, non i singoli magistrati”, [...] da avvocato è pronto a scontrarsi con i pubblici ministeri di Parma, nell’interesse dell’assistito Geronzi. E spiega che non c’è alcuna contraddizione: ”La dialettica processuale, anche aspra, è del tutto fisiologica. Lo sarà pure in questa causa, ma nel pieno rispetto delle funzioni e del ruolo del magistrato [...]”» (Giovanni Bianconi, ”Corriere della Sera” 23/2/2006).