Varie, 25 novembre 2004
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ZHOU XIAOCHUAN Yixing (Cina) 29 gennaio 1948. Governatore della Banca Centrale Cinese • «[...] Al di fuori di ogni classifica ufficiale della nomenklatura, la realtà impone di considerare Zhou Xiaochuan come il personaggio emergente dell’intellighenzia cinese
ZHOU XIAOCHUAN Yixing (Cina) 29 gennaio 1948. Governatore della Banca Centrale Cinese • «[...] Al di fuori di ogni classifica ufficiale della nomenklatura, la realtà impone di considerare Zhou Xiaochuan come il personaggio emergente dell’intellighenzia cinese. Certo per mettere mano ai tassi d’interesse occorre avere il via libera del politburo. Certo Mister Zhou è costretto a regolare i conti con le catene della burocrazia. Però la sua autorevolezza unita alla sua preparazione e alla sua discrezione ne proiettano la figura oltre gli immensi spazi del Paese. Ingegnere pure lui, come Hu Jintao il presidente. Un tecnocrate raffinato. Zhou Xiaochuan manovra alla perfezione le leve dell’economia cinese. E non solo del suo Paese. Forse — e proprio non si esagera — del mondo intero visto quale importanza hanno le decisioni sui valori di cambio fra le monete nel determinare in ultimo la salute dell’industria e della finanza degli Stati. Mister Zhou è uno dei padroni del pianeta. [...] classe 1948, è il più giovane dei dirigenti della quarta generazione postmaoista e forse anche il più giovane governatore di una Banca centrale al mondo. Più che un comunista è un liberista. Anzi i suoi detrattori, i discepoli della gerontocrazia comunista, lo guardano con una certa diffidenza. Si capisce. Sa l’inglese alla perfezione, non gli dispiace se lo definiscono liberale o moderato. Nel suo curriculum non c’è un accenno che è uno al partito, se non che è entrato nel comitato centrale ma soltanto nel 2002, sedicesimo congresso. La sua carriera si è sviluppata fuori dai binari della sacra ortodossia. È estraneo per formazione e mentalità alle lotte di potere. Laureatosi nel 1975, ha preso il master in economia. E da lì ha scalato posizioni su posizioni “con la forza dell’intelletto” ha raccontato chi gli è stato vicino. Sempre come esperto, come studioso. Più che alle dottrine di Marx, Lenin, Mao si è dedicato alle teorie keynesiane. “L’economia pianificata è un modello altamente distorto”, ha ripetuto di recente in un seminario della Banca mondiale. In Cina adesso qualche quotidiano lo chiama “il bravo allievo di Alan Greenspan”. Che lo sia o no [...] ci sono alcuni punti fermi della sua storia personale che spiegano la dimensione del personaggio. [...] ha pensato a smantellare i pilastri della economia pianificata e della soffocante onnipresenza statale. Un pezzetto alla volta. Ha cominciato da giovane, appena conquistato il dottorato, all’ombra del premier Zhao Ziyang, uomo aperto che fu poi cacciato perché ritenuto troppo tollerante con gli studenti di Tienanmen. Lui, economista di belle speranze, per un certo periodo fu costretto a mantenere un profilo molto basso. Ma è resuscitato. Presidente della China Construction Bank. Vicepresidente della Bank of China. Coraggioso e di ampie vedute. Già nel 1999 ha sostenuto la privatizzazione del sistema creditizio. Dal 2002 è il numero uno della Banca centrale. “Parla solo la lingua dell’economia globale”, ha dichiarato al “Wall Street Journal” Elaine LaRoche, ex dirigente della Morgan Stanley. In ottimi rapporti con Hu Jintao, mister Zhou ha un unico grande ostacolo davanti a sé. I “signori” delle Municipalità e delle Province. I quali hanno il vizio di governare le economie dei loro distretti spesso con disinvolta e allegra indipendenza. [...]» (Fabio Cavalera, “Corriere della Sera” 25/11/2004).