Varie, 21 novembre 2004
PIERANTOZZI
PIERANTOZZI Emanuela Bologna 22 agosto 1968. Ex judoka. Ha iniziato a praticare judo a Bellaria, poi è passata alla Valtur Genova Voltri. Campionessa del Mondo nei 66 kg nell’89 e nel ’91, nella stessa categoria ha conquistato la medaglia d’argento ai Giochi di Barcellona del ’92. Otto anni dopo, con un doppio salto di categoria, è approdata ai 78 kg, vincendo il bronzo a Sydney. Vanta anche due titoli europei (’89 e ’92). Figlia di un pittore, Giovanni, si è sempre interessata all’arte, anche se si è diplomata all’Isef. Dopo la carriera sportiva, chiusa con l’Olimpiade di Sydney, si è iscritta all’Accademia di Belle Arti di Bologna. stata anche eletta in Giunta Coni in rappresentanza degli atleti • «Mani forti. Mani delicate. Mani che afferravano la presa e tenevano stretta la voglia di vincere. Mani che adesso modellano e danno forma e vita. Emanuela Pierantozzi, figlia di un pittore, si scoprì una vena creativa fin dalla culla, continuando a interessarsi di arte anche quando intraprese la carriera agonistica. E, in fondo, pure sul tatami pennellava le mosse che l’hanno proiettata nell’olimpo del judo. Vinceva medaglie, un paio addirittura all’Olimpiade, il massimo consesso, ma la passione continuava a covare sotto la cenere. Così, smesso lo judogi, la bolognese ha potuto finalmente seguire il percorso formativo che sentiva più vicino alle sue corde, iscrivendosi all’Accademia di Belle Arti di Bologna, la sua città. Ed è lì, quasi come un segno del destino, che ha saputo del concorso organizzato dal comune di Cesenatico per onorare con una statua la memoria di Marco Pantani. [...] ”La scultura è l’arte che amo di più, perché richiede forza, perché le mani sono fondamentali nella creazione, toccano. A me attirano le sensazioni tattili, la fisicità, non l’astrazione” [...]» (Riccardo Crivelli, ”La Gazzetta dello Sport” 20/11/2004).