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 2004  novembre 21 Domenica calendario

Mikula Eva

• Baia a Mare (Romania) 18 agosto 1975 • «Non sono poi molte le cose che si sanno con certezza su Eva Mikula. Si sa che è stata la donna di Fabio Savi. Che parla correntemente il romeno, l’ungherese e l’italiano. Che ha i capelli biondi, una volontà che non si sfianca, un carattere che non si piega, unghie potenti, un viso assai bello. Si sa che 7 processi e 7 sentenze l’hanno prosciolta da tutto. Svagata, ma innocente. Non era complice anche se sapeva. Non ha ucciso né rubato. In compenso, la stessa notte dell’arresto, ha riversato l’intera memoria e il cuore e tutte le lacrime necessarie, dentro all’inchiostro dei verbali. ”Perché non li ho denunciati prima? Vivevo nel terrore. E poi cosa avrei dovuto fare? Chiamare il 113 dove lavoravano loro?”. Nelle ore in cui divenne ”la biondina della Uno bianca”, Eva Edit Mikula fu trovata in possesso di due passaporti, due identità, e un numero imprecisato di passati. Secondo successive approssimazioni dovrebbe essere nata il 18 agosto 1975 a Baia a Mare, Romania, famiglia contadina e analfabeta. Sarebbe fuggita da sola in Ungheria e dopo molte peripezie sarebbe ricomparsa tra i cristalli notturni di Budapest, dove un giorno del gennaio 1992, per strada (o in un night, o in un albergo, secondo altre versioni) avrebbe incontrato Fabio Savi, lui 32 anni, lei 16. Lui con una vita vuota da riempire, lei che non vede l’ora di lasciarsi alle spalle miseria, polvere ungherese e altro. Approda in Italia ad aprile, tre locali più servizi a Torriana, il cielo blu e i soldi che corrono. Imbraccia la vita che le è capitata fino all’ultima notte, area di servizio di Fella Est, 3 chilometri prima del confine (e di un´altra vita). Dopo il sangue, i verbali, i processi, le interviste, i diari, i memoriali, anche qualche servizio fotografico. Qualche lusinga cinematografica. Spiccioli di celebrità. Poi un fidanzamento da rotocalco. Poi un matrimonio, un divorzio, il sipario» (p. cor., ”la Repubblica” 21/11/2004). «[...] una terribile cavalcata anni Novanta, i serial killer della Uno bianca, sette anni di stragi, rapine, omicidi (venticinque), ferimenti (un centinaio) [...] I fratelli Savi, il camionista Fabio, di cui fu la donna, e i poliziotti Roberto e Alberto, sono ormai un ricordo, brutto anche per lei, sostiene. [...] ha aperto un bar sulla strada per Anguillara, vicino a Roma. [...] Quando fu arrestata aveva diciannove anni. Cominciò a ”cantare” e il fidanzato Fabio Savi disse di lei che lavorava in un bordello, era una ladra, viziata, capricciosa, egoista, interessata solo al denaro. Al momento della sentenza le ricordò sprezzante ”sei sempre stata una puttana”. [...]» (Jacopo Iacoboni, ”La Stampa” 2/8/2005).