varie, 19 novembre 2004
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Ahmed Yusuf
• Abdullahi Galkayo (Somalia) 15 dicembre 1934. Politico. Ex presidente della Somalia (2004-2008). Detto “Il Lupo”. Suo motto: «Ero migiurtino, ora sono somalo» • «Sono un militare costretto a diventare un politico [...] Mi sono formato in Italia, alla scuola di fanteria di Cesano; poi a Mosca, alla scuola di guerra. Diventato ufficiale dell’esercito somalo, venni chiamato dal presidente Siad Barre a partecipare al suo colpo di Stato. Rifiutai: una scelta pagata con sei anni di carcere, dal 1969 al 1975. Uscito di prigione, Barre mi disse: “Tu non puoi tornare nell’esercito, sei pericoloso”. Così mi fece direttore di una compagnia di trasporti. Ma quando, nel 1977, lanciò la guerra contro l’Etiopia, mi nominò comandante del fronte meridionale. In nove mesi penetrai nel territorio etiopico per 350 chilometri. Malgrado ciò, la Somalia venne sconfitta. Fu allora che alcuni miei ufficiali tentarono di rovesciare la dittatura. Il colpo fallì e dovetti riparare a Nairobi. Ma io avevo dato inizio alla guerra civile in Somalia. E da allora continuo senza sosta a combattere [...]» (Anna Maria Turi, “L’Espresso” 18/11/2004). «[...] Come colonnello nell’esercito somalo, si oppose al golpe di Siad Barre (ottobre `69), perché escluso dal Consiglio rivoluzionario supremo. Imprigionato per 4 anni ed espulso dall’esercito, finita la guerra somalo-etiopica del ’76-’77, tentò un golpe contro Barre, ma fallì e si rifugiò nell’Etiopia di Mengistu. Anche là cadde poi in disgrazia e, nell’85, fu imprigionato e liberato dai nuovi leaders etiopici nel ’90. Rientrò nel nord est somalo, dove il suo movimento, il Somali salvation democratic front, aveva preso il controllo della regione del Bari (rinominata Puntland), mentre a Mogadiscio, divampava una guerra devastante tra il gruppo di etnia Hawiya. Nel Puntland si scontrò e sconfisse gli islamisti. Eletto dall’assemblea degli anziani capo dell’esecutivo regionale per tre anni, si prorogò il mandato per altri tre. Al tentativo di una seconda proroga si scatenò una sanguinosa guerra civile, che vinse. Poi disertò la conferenza di Arta (Gibuti) e contrastò con tutti i mezzi il governo di transizione del tandem Abdiqasim-Galeydh, espressione della maggioranza dei clan. Nell’ottobre 2000 invece si è presentato alla conferenza di Nairobi, forte della presidenza di un’importante regione “pacificata”, dell’appoggio di Kenya, Etiopia e di alcuni paesi europei (tra cui l’Italia) e, pare, dell’indifferenza Usa. Nell’ottobre 2004, la sospirata incoronazione» (m.a.s, “il manifesto” 2/2/2005).