Varie, 19 novembre 2004
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Puyol Carles
• Pobla de Segur (Spagna) 13 aprile 1978. Calciatore. Con la Spagna ha vinto gli Europeo del 2008 e i Mondiali del 2010 e l’argento alle Olimpiadi del 2000, col Barcellona le Champions League del 2006, 2009, 2011 • «Difensore centrale/sinistro e capitano del Barcellona. Detto “Carlito” e “el Dandy”. Catalano di provincia [...] bravo ragazzo e convinto tifoso culè da sempre, Puyol ha addosso la maglia del Barcellona dall’età di 16 anni. Prima aveva giocato da centravanti e persino da portiere. Successivamente ha resistito alle sirene del mercato che l’avrebbero voluto ora in Italia (Milan), ora in Inghilterra (Manchester United). Non è stato semplice: la riscoperta del Barcellona come club più cool e cosmopolita d’Europa è cosa recente; negli anni passati la barca del Barca faceva acqua da tutte le parti. Difensore della nazionale spagnola, Puyol è una faccia nota: Canal + Espana lo ha inserito tra i pupazzi animati del programma di satira Guignol. Un vero monumento a se stesso, però, il difensore se l’è costruito [...] quando si è saputo che il Real Madrid lo avrebbe volentieri scambiato con il camerunese Eto’o poi giunto ugualmente a Barcellona. Come ha rivelato il presidente Laporta, infatti, l’offerta delle merengues gli avrebbe addirittura duplicato lo stipendio. Ma il Barcellona, come si dice, è “più che un club”, e Puyol a Barcellona è rimasto. Il suo contratto scade nel 2007. Simile a quello che Maldini rappresenta per il Milan o Totti per la Roma, il riccioluto difensore incarna agli occhi dei tifosi la figura dell’“uno di noi”, tanto importante nella deriva del calcio globalizzato. Ancor più interessante il fatto che questa funzione gli sia riconosciuta per posizione nel 4-3-3 di Frankie Rijkaard: mentre quelli dell’attacco blaugrana in sei, sette, a volte otto volano e incrociano in avanti secondo schema, a prendere le difese avversarie per sovrannumero (o almeno ci provano) - lui più spesso resta indietro, in retroguardia con l’altro terzino alla maniera dell’antico schieramento metodista, o come un solitario portabandiera in certi western coi nordisti accerchiati dagli indiani. [...]» (Alberto Piccinini, “il manifesto” 17/11/2004).