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 2004  novembre 09 Martedì calendario

Incroci. "Per l’agricoltura italiana sarebbe un danno coltivare piante geneticamente modificate. Da noi c’è la necessità di tenere separate le colture Ogm da quelle convenzionali e biologiche, come chedono i consumatori e questo è molto difficile e oneroso

Incroci. "Per l’agricoltura italiana sarebbe un danno coltivare piante geneticamente modificate. Da noi c’è la necessità di tenere separate le colture Ogm da quelle convenzionali e biologiche, come chedono i consumatori e questo è molto difficile e oneroso. L’Italia è caratterizzata da proprietà findiarie di piccola estensione, la media è 5-6 ettari ciascuna, ed è quindi complesso evitare le contaminazioni. Inoltre esistono piante selvatiche che potrebbero incrociarsi con vite, barbabietole, grano e colza transegnico a discapito della biodiversità" (Giovanni Monastra, coordinatore scientifico dell’Inran, Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione).