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 2004  novembre 17 Mercoledì calendario

LANGELLA

LANGELLA Antonio Napoli 30 marzo 1977. Calciatore. Nel 2009/2010 al Bari. Lanciato dal Bari, ha giocato in A anche con Atalanta, Udinese, Chievo. 3 presenze in nazionale. Cresciuto nel Sorso, si è trasferito a Castelsardo nel 1994, dove ha giocato cinque campionati. Nel ”99 il passaggio alla Torres in C2: qui ha ottenuto subito la promozione in C1. Nel marzo 2002 il debutto in B con il Cagliari, con cui ha ottenuto nel 2003/2004 la promozione segnando sette gol • «Forse il più contento sarà Salvatore Sechi, allora vicepresidente della Torres. Quel pomeriggio del gennaio 2002 litigò di brutto con Aniello Langella, papà di Antonio, oggi ”eroe delle due Sardegne”, Sassari e Cagliari, e ribattezzato dal conduttore della trasmissione cult di Videolina Come il calcio su maccheroni, Massimiliano Medda, ”Arrogutottu”. Sechi e Langella, rappresentante di corredi, uno che che faceva gli stessi chilometri che fa il figlio in campo, ma in auto, per portare a casa la pagnotta quasi se le diedero di santa ragione in tribuna a Sassari. Li dovettero separare. A pensarci oggi c’era tanto da contendere: la Torres voleva tanti soldi per quel ragazzo che sulla fascia sinistra era devastante e il Cagliari voleva risparmiare. Il d.s. del Cagliari era Nello de Nicola, papà di Claudio, procuratore di Antonio. Alla Torres il d.s. era Luciano Serra. Litigarono anche loro. [...] la storia di ”Antò” è lunga e parte da Castelsardo dove ha debuttato nei dilettanti nel 1994. A 19 anni il destino di Langella sembrava segnato: rischiava di finire come molti giovani del nord Sardegna che passano le serate senza senso, magari davanti a una, due, tre birre. E quel talento sembrava non potesse esplodere. Fin quando in panchina non arrivò Bernardo Mereu: ”Lo presi a muso duro. Cercai di fargli capire che così non andava [...] All’inizio il rapporto fu brusco, aveva un carattere difficile, irruento. Non si controllava nel mangiare, tendeva a ingrassare, ricordo che fu espulso in coppa Italia: quante gliene dissi”. Antò si lasciò un po’ andare: voleva un milione al mese, gli davano 800 mila lire e lui arrotondava facendo il muratore. A 20 anni era già papà di Daniele. [...] ”Poi nel girone di ritorno tutto è cambiato. Langella dimostrò tutta la sua forza fisica e migliorò tanto tecnicamente. Fece 7 gol. Da ultimi che eravamo finimmo quinti o sesti, ci salvammo bene. Ricordo che facemmo un torneo per festeggiare. Lui non potè venire perché faceva anche il manovale. Volevo portarlo alla Villacidrese ma Vanni Sanna [...] se ne innamorò e con lui Leonardo Marras [...]. Lo portarono alla Torres e Langella continuò a crescere. Ha un pregio lui: ha fatto tutte le categorie, dai dilettanti alla serie A. Sa cos’è la gavetta. Nei 40 metri è imprendibile. Non avesse fatto il calciatore sarebbe un atleta forte sui 200, ha una progressione devastante” [...] Sui 20 metri solo Suazo gli sta davanti, ma di poco: ”Lui fa 2’’59, io 2’’64”. [...]» (Francesco Velluzzi, ”La Gazzetta dello Sport” 17/11/2004).