Varie, 15 novembre 2004
TODERI
TODERI Grazia Padova 1963. Artista • « salita sulla ribalta dell’arte nel 1993 quando alla Biennale di Venezia, quella diretta da Achille Bonito Oliva, presentò Nontiscordardime, un video fatto di una sola immagine ripreso da una telecamera fissa. Dal privato autobiografico Grazia Toderi è passata all’immaginario collettivo, per poi soffermarsi sui grandi spazi di aggregazione come lo stadio (Il decollo, presentato alla Biennale del 1999) o il teatro (Random, con il teatro Massimo di Palermo). [...] ”Il video mi interessa perché è una semplice proiezione di luce, e quindi non ha peso, mi interessa perché è un mezzo che potenzialmente può essere trasmesso in tutte le case del mondo. solo energia, ha una potenzialità straordinaria. Da una parte è un oggetto, da un’altra è una proiezione che sparisce con un pulsante. E in più sono nata negli anni Sessanta. Appartengo a quella generazione che si è formata con il video, che per la prima volta ha avuto una memoria fortemente segnata dalla televisione. E per la prima volta la memoria da privata è divenuta pubblica. Milioni di bambini hanno visto contemporaneamente lo sbarco sulla luna o hanno assistito ad altri eventi [...] Il periodo della televisione come momento collettivo non l’ho vissuto. Ho vissuto la televisione individualmente, nel chiuso di una camera. Ma con una memoria collettiva. Forse è per questo che il mio lavoro si è sviluppato in un certo modo. La televisione è stata molto importante. Ero affascinata dallo scintillare di questa scatola. Per me era un oggetto fantastico attraverso cui ho visto nuovi mondi, la vita e la morte [...] Penso sempre agli affreschi di Giotto. La preparazione di un video per me non si discosta molto da quella necessaria per affrescare una parete. Questo legame non è casuale. Nel nostro paese è difficile non avere una relazione con l’arte antica: è sempre vicina, è una presenza costante, e al contempo è una grande ricchezza, un vantaggio che hanno gli artisti italiani. La stratificazione è sempre contemporanea: l’arte si trasforma con le cose che ha intorno e si presenta sempre in forma nuova. Tutto questo è assente in altri paesi come gli Stati Uniti che hanno una storia molto più giovane della nostra” [...]» (Paolo Vagheggi, ”la Repubblica” 15/11/2004).