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 2004  novembre 08 Lunedì calendario

Kamprad Ingvar

• Småland (Svezia) 30 marzo 1926. Imprenditore. Fondatore dell’Ikea (le prime due lettere sono le iniziali, le altre stanno per Elmtaryd, la fattoria in cui è nato, e Agunnaryd, il piccolo villaggio natio) • «Ha un passato filonazista di cui si vergogna. E allora che fa? Chiede pubblicamente scusa a dipendenti e clienti, apre un magazzino in Israele, con la garanzia che i profitti andranno tutti alle vittime delle persecuzioni e alle loro famiglie. [...] In Italia Ikea è arrivata nel 1989. Doveva aprire a Torino, per stare a un tiro di schioppo dal magazzino di Lione. Alla fine comincia da Cinisello Balsamo [...] All’epoca è già un nome noto internazionalmente, però il suo successo in Italia non sembra assicurato in partenza. La filosofia collettivista e socialmente egualitaria di quest’azienda che viene dal freddo e la cui bandiera è “il design democratico”, pare in contrasto con la mentalità mediterranea. Bisogna dire addio al piccolo artigiano, al fornitore di vecchia data al quale chiedere quel tocco personale in più, la particolare sfumatura di colore, e poi trattare sul prezzo. Nei suoi immensi spazi, Ikea offre una sterminata varietà di prodotti [...] I colori sono molti, per lo più brillanti e allegri, anche se predomina il bianco che fa tanto nordico e pulito, e non manca mai il nero, elegante e trendy. ma non se ne possono chiedere altri. [...] Ed ecco la sorpresa: anche gli italiani apprezzano questo genere di produzione di massa. Lo fanno per almeno due motivi, oltre ai buoni prezzi e alla qualità. Primo: il loro individualismo e la passione per il fai-da-te domenicale vengono solleticati. Gli oggetti esposti sono talmente numerosi e diversi che ciascuno puù comporre l’arredamento più adatto alle proprie abitudini, necessità. gusto, e non è costretto a scegliere fra combinazioni bloccate. [...] La seconda ragione del successo ha [...] a che vedere con la famiglia. I bambini: quando si va per shopping, spesso si annoiano e la giornata finisce fra pianti e liti. Non qui. Vengono lasciati all’ingresso in uno spazio giochi coloratissimo con video e filmini, ma la cui vera attrazione è una vasca piena di palline multicolori dove tuffarsi [...] Infine, altro aspetto da non sottovalutare, c’è il ristorante [...]» (Niccolò D’Aquino, “Sette” n. 31/1998).