Antonella Bersani "Panorama" 28/10/2004; Anna Zafesova, "La Stampa" 27/10/2004., 28 ottobre 2004
Bagni. In Canada, Stati Uniti, Nuova Zelanda sta ormai prendendo piede la pubblicità nei bagni pubblici, basata sul calcolo che l’83 per cento delle donne fra i 6 e i 70 anni utilizza il bagno pubblico almeno una volta al giorno e che il 75 per cento dei clienti di un ristorante va alla toilette: gli esperti dicono anche che in bagno si sta tranquilli, non ci si distrae, non si può cambiare canale, se c’è un display piazzato in posizione strategica lo si guarda per forza e infatti questo mercato sta crescendo al ritmo del 20 per cento l’anno
Bagni. In Canada, Stati Uniti, Nuova Zelanda sta ormai prendendo piede la pubblicità nei bagni pubblici, basata sul calcolo che l’83 per cento delle donne fra i 6 e i 70 anni utilizza il bagno pubblico almeno una volta al giorno e che il 75 per cento dei clienti di un ristorante va alla toilette: gli esperti dicono anche che in bagno si sta tranquilli, non ci si distrae, non si può cambiare canale, se c’è un display piazzato in posizione strategica lo si guarda per forza e infatti questo mercato sta crescendo al ritmo del 20 per cento l’anno. In Russia invece il bagno pubblico è un tormento da due secoli, vi sono dichiarazioni sconsolate di Cechov e Bulgakov, a Pietroburgo ce ne sono solo 275, a Mosca solo 257, cioè uno ogni cinquantamila abitanti (a Pechino sono settemila, nell’antica Roma erano 144). Il regista Konçalovskij ha detto che finché "non vi saranno bagni pubblici puliti in Russia non potrà esserci democrazia". Le prime imprese private incoraggiate da Gorbaciov furono proprio quelle che offrivano bagni pubblici con carta igienica e deodorante: spariti tutti. Del resto i russi hanno un rapporto così tormentato con la tazza, da non sedercisi mai sopra: mettono sempre i piedi sull’orlo e fanno quello che devono fare nella posizione detta "dell’aquila".