Fonti varie, 1 novembre 2004
Anno I - Quarantaduesima settimanaSettimana dal 25 ottobre al 1° novembreBin Laden. Bin Laden è intervenuto nel voto per la Casa Bianca mandando un video ad Al Jazeera che l’ha poi trasmesso venerdì 29 ottobre
Anno I - Quarantaduesima settimana
Settimana dal 25 ottobre al 1° novembre
Bin Laden. Bin Laden è intervenuto nel voto per la Casa Bianca mandando un video ad Al Jazeera che l’ha poi trasmesso venerdì 29 ottobre. Sfondo marrone, tonaca da capo tribù, nessuna arma, discorso pacato e tutto politico, privo di minacce concrete. In sintesi: "Americani, la vostra sicurezza non è né nelle mani di Bush né in quelle di Kerry, ma nelle mani vostre. Chi non ci attacca, non viene attaccato. Chiedetevi perché non diamo alcun fastidio alla Svezia". Richiamo forte all’11 settembre: "Mi è venuto in mente al tempo della guerra in Libano, vedendo le distruzioni e i massacri compiuti dagli americani". A quell’epoca però Bin Laden aveva 25 anni e stava in Libano a collaborare con la Cia per reclutare mujaheddin da mandare in Afghanistan. Secondo gli esperti, Bin Laden avrebbe parlato non tanto all’Occidente, quanto ai suoi, per ribadire una guida morale e politica messa in forse dal tagliatore di teste Zarkawi (che subito dopo si è profuso in dichiarazioni di ossequio, ma ha anche fatto assaltare - 7 morti - la tv Al Arabiya e decapitare Shosei Kioda, 24 anni, un giapponese rapito due giorni prima). Su questo video, Bush e Kerry si sono scambiati gli ultimi colpi prima del voto. L’opinione generale è che abbia spostato consensi verso Bush.
Borges. Borges diceva che "la democrazia migliore è quella in cui i cittadini non ricordano il nome del presidente".
Buttiglione. Mentre a Roma si firmava la Costituzione europea e cominciava il dibattito sui referendum confermativi (in Italia c’è un movimento, capeggiato dalla Lega, che lo vorrebbe), Buttiglione annunciava il suo ritiro da commissario europeo alla Giustizia. Barroso ha rinviato di qualche giorno il voto di gradimento parlamentare (non vincolante, solo consultivo) e Prodi, che sarebbe dovuto tornare a casa il 1° novembre, è perciò ancora in carica. I ministri di Barroso bocciati sono stati sette e, di questi, il solo Buttiglione - per decisione presa dal governo italiano - ha rinunciato. Per gli altri sei, Barroso ha comunicato ai parlamentari europei di non poter far nulla: la scelta dei ministri è nelle mani dei rispettivi governi. Abbastanza clamorosa la decisione olandese di tenere il suo rappresentante, la signora Neelie Kroes, che sarà ministro della Concorrenza e che il Parlamento aveva bocciato perché troppo carica di consulenze con grandi aziende private.
Rimpasto. Il voto nelle supplettive del 24-25 ottobre (7 a 0 per il centrosinistra) e la questione Buttiglione provocheranno un rimpasto importante nel governo italiano. Già Fini, in un’intervista al Corriere della Sera, aveva chiesto un nuovo governo: "Spieghiamo agli italiani che non ci sono i soldi per tagliare le tasse e stipuliamo un nuovo patto con gli elettori", parole che avevano fortemente irritato Berlusconi ("Non se ne parla proprio"). Ora, col ritorno di Buttiglione, potrebbe andare in Europa la Moratti oppure Frattini, e in questo secondo caso Fini diventerebbe ministro degli Esteri e Follini vicepresidente del Consiglio. In pratica, essendo in ballo poltrone così importanti, si tratterebbe di fatto di un Berlusconi bis.
Tasse. Fini, riprendendo un’inchiesta dell’Espresso, dice che il taglio delle tasse, così come proposto da Berlusconi, produrrebbe per le finanze personali dello stesso Berlusconi un vantaggio di 760 milioni, impresentabile agli elettori. Berlusconi ha fatto sapere che qualunque vantaggio fiscale gli derivasse dalla prossima riforma sarebbe devoluto in beneficenza.
Sette a zero. Nel 7 a 0 con cui il centrosinistra ha battuto il centrodestra nelle supplettive per la Camera di domenica e lunedì 24-25 ottobre, ha fatto sensazione la sconfitta del leghista Luciano Bresciani, medico di Bossi, candidato della Lega a Milano 3: gli elettori gli hanno preferito Roberto Zaccaria, consigliere per una quindicina d’anni e poi presidente della Rai, che il centrodestra considerava ormai bollito.
Arafat. Arafat, 75 anni, dichiarato in fin di vita la sera di mercoledì 27 ottobre, è stato trasportato a Parigi. Che cos’abbia di preciso non si sa: all’inizio s’era diffusa la voce di un cancro all’intestino, poi s’è parlato di collasso, malattia ematica, colica biliare, leucemia. Lunedì 25 ottobre gli avevano tolto dei calcoli alla cistifellea, e tutto sembrava in ordine. L’annuncio di mercoledì "E’ gravissimo" è apparso subito autentico perché gli israeliani, i primi a dare la notizia, hanno permesso al raìs di lasciare la Muqata di Ramallah, dove era rinchiuso, senza il permesso di uscire, da due anni. Per la successione i palestinesi si sono affidati a un triumvirato composto dal presidente del Parlamento Saim Al Zanoun, dall’ex primo ministro Abu Mazen e dall’attuale primo ministro Abu Ala. L’uscita di scena di Arafat, insieme con il sì del Parlamento israeliano allo sgombero di Gaza entro la fine del 2005, potrebbe semplificare parecchio il quadro mediorientale. Tra le tante questioni legate alla morte di Arafat, due spiccano sulle altre: la gestione dei suoi funerali, dato che Arafat ha manifestato il desiderio di essere sepolto a Gerusalemme, sulla Spianata delle Moschee, e che gli israeliani non lo permetteranno mai (qui è cominciata la seconda intifada); e il maneggio del suo patrimonio, sparso in decine di conti nel mondo, che si dice ammontare a mille milioni di euro.
Inflazione. L’Istat ha confermato che l’inflazione a ottobre, cioè i prezzi al consumo, è scesa dello 0,1 per cento, portandoci ai livelli del 1999 (inflazione su base annua del 2%). Buono da una parte, il dato è negativo dall’altra: la discesa dei prezzi sarebbe stata imposta dalla caduta forte dei consumi.
Brusca. Giovanni Brusca, l’uomo che aveva sciolto un bambino nell’acido e ammazzato Falcone, è stato arrestato perché trovato in possesso di un telefonino durante un permesso-premio. Proprio questi permessi-premio, concessi a norma di legge per la collaborazione prestata da Brusca agli inquirenti, avevano grandemente indignato l’opinione pubblica.
Nazista. Klaus Konrad, che il 22 dicembre compirà 90 anni, faceva parte del trio di ufficiali nazisti che il 14 luglio 1944 ordinò la strage di San Polo, vicino ad Arezzo: 61 italiani - la maggior parte dei quali civili non schierati - torturati, e tra questi una donna incinta violentata, poi fucilati e gettati in una fossa comune che s’erano dovuti scavare da soli. I tre nazisti fecero buttare delle bombe nella fossa perché dai cadaveri fatti a pezzi non fosse possibile ricostruire la qualità e la quantità delle sevizie subite dai 61 prima dell’eccidio. Adesso la procura di La Spezia ha rinviato a giudizio Konrad, che negli anni dopo la guerra ha fatto un’importante carriera politica in Germania, a fianco di Willy Brandt e con la tessera del partito socialdemocratico in tasca (tessere precedenti: quella delle camicie brune nel ’33, quella del partito nazista nel ’39), finendo anche in Parlamento dal 1969 al 1980. Konrad si difende dicendo di non ricordare, che a quell’epoca lui era il terzo nella catena di comando, "come avrei potuto fare carriera in politica se fossi davvero responsabile di quel massacro?", eccetera. Ammette che, dopo la guerra, non è mai tornato in Italia.
Hendel. Scandalo perché l’attore comico Paolo Hendel, già ingaggiato per "Ma il cielo è sempre più blu" di Panariello, puntata di sabato 30 ottobre, è stato tagliato per via delle battute su Vespa, Buttiglione, Berlusconi eccetera. Il direttore di Raiuno, Fabrizio Del Noce, ha spiegato: "La linea editoriale di Raiuno è di non parlare mai male di nessuno". Attacchi da tutte le parti.
Cina. A Chang-Sha, nella provincia cinese di Hunan, i maestri hanno portato i loro scolari ad assistere alla fucilazione di sei condannati a morte. Palazzetto dello Sport stipato di 2500 ragazzini dai 6 ai 16 anni, lettura dagli altoparlanti dei capi d’imputazione, poi la scarica del plotone d’esecuzione. In Cina si giustiziano (con la fucilazione o mediante iniezione) diecimila persone all’anno, cinque volte quelle che nello stesso tempo salgono sul patibolo nel resto del mondo.
Cinquecento. In Senato si sta discutendo una legge, presentata da An e Ds insieme, che qualifica come "storiche" tutte le auto di cilindrata inferiore ai 1000 cc e vecchie almeno di 25 anni. Le auto storiche possono girare liberamente per i centri storici, non devono subire la prova relativa ai gas di scarico, non rischiano la rottamazione, non pagano bollo. A Legambiente la legge non piace affatto, ai giornali invece sì, perché ci hanno visto la canonizzazione della Cinquecento, messa sul mercato nel 1957, ritirata nel 1975, venduta in tre milioni di esemplari, un milione dei quali sarebbe ancora in circolazione. Amano e collezionano Cinquecento Lapo Elkann, Arbore, Mara Venier, Teo Teocoli, ecc. Non amano la Cinquecento gli sconosciuti che domenica 31 ottobre ne hanno fatta trovare una di color rosso immersa in una fontana del Pincio a Roma.
Separazione. Simona Ventura ha detto di volersi separare dal marito Stefano Bettarini, difensore della Sampdoria. Lui ha risposto: "Non darò nessuna consensuale". Lei: "Sono io a volere la separazione e lui sa il perché". Lui: "Mi auguro che lei non usi me come coperchio, perché se scopro io la pentola ci si brucia, esce una bomba che non so cosa possa fare". La coppia ha due figli. Dicono entrambi che tutti i loro pensieri, in questo momento, sono rivolti ai bambini.