Varie, 6 novembre 2004
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Magnano RubenPablo
• Cordoba (Argentina) 9 ottobre 1954. Allenatore di basket. Del Brasile. Medaglia d’Oro con l’Argentina alle Olimpiadi di Atene (battendo in semifinale il Dream Team e in finale l’Italia). Dal 2004 al 2007 sulla panchina di Varese • «Argentino con nonni di origine piemontese, è stato il primo allenatore a battere, ai Mondiali di Indianapolis, la nazionale Usa formata dai professionisti della Nba, battuti anche [...] all’Olimpiade di Atene. [...] Con l’Atenas de Cordoba ha vinto tre titoli nazionali, due leghe e tre coppe sudamericane. Nel 2001, diventa il c. t. dell’Argentina vince il titolo sudamericano, la medaglia d’argento ai Mondiali del 2002 e l’oro ai Giochi di Atene battendo in finale l’Italia. [...] fa lavorare in difesa ma è in attacco dove le sue caratteristiche sono più evidenti. In Argentina s’è sempre affidato a un play puro, cercando soprattutto di creare delle spaziature ideali per sfruttare le qualità dei singoli. Grande motivatore, ha lasciato il segno con i giochi tra i due lunghi. [...]» (“La Gazzetta dello Sport” 18/1/2005) • «L’uomo d’oro: riferito al trionfo olimpico di Atene con la nazionale argentina. Il guru sudamericano: in ragione della sua filosofia del gruppo e del gioco. L’antidoto anti-americano: poiché è stato il primo degli umani a sconfiggere gli extraterrestri del Dream Team, peraltro a casa loro, nel 2002, durante i Mondiali di Indianapolis. Riuscendo anche nell’impresa più difficile, quella di ripetersi, con l’eliminazione diretta degli Usa nella semifinale olimpica [...] 15 anni passati all’Atenas, la squadra della sua città, con gavetta fino alla leadership assoluta, con 3 titoli nazionali durante la sua gestione da capo allenatore. Magnano ha vinto anche 2 volte la Coppa Sudamericana, una edizione dei giochi Panamericani e 2 campionati Sudamericani. Alla guida della nazionale dei “gauchos” dal 2001, ha conquistato l’argento mondiale a Indianapolis, e ricorda con rabbia la finale persa contro la Jugoslavia all’ultimo secondo, con mesi di strascico polemico. Fino alla consacrazione di Olimpia: primo al mondo. [...] “Mio nonno era piemontese. Purtroppo non mi ricordo il nome del paese. Ma una volta in Italia lo cercherò [...] A mi no me gusta perder”. [...] passa per l’inventore del “flex-offence”... “Non ho inventato proprio un bel niente Però ho sempre pensato che le cose buone non invecchiano mai [...] Non parto dall’idea che i giocatori si debbano adeguare all’allenatore, se mai il contrario”» (Werther Pedrazzi, “Corriere della Sera” 6/11/2004).