"La Stampa" 1/11/2004, pagina 27., 1 novembre 2004
«Il primo bacio te lo diedi con la freddezza con la quale avrei apposto il mio nome ad un contratto; il secondo lo diedi con un’enorme curiosità di analizzare te e me e viceversa non analizzai e non compresi nulla perché c’era ancora qualche cosa di timido in me che m’agghiacciava; e al terzo e ai seguenti sentii fra le braccia la dolce fanciulla che avevo ricercata, il desiderio del mio residuo di gioventù» (Italo Svevo in una lettera a Livia Veneziani, 23 dicembre 1895)
«Il primo bacio te lo diedi con la freddezza con la quale avrei apposto il mio nome ad un contratto; il secondo lo diedi con un’enorme curiosità di analizzare te e me e viceversa non analizzai e non compresi nulla perché c’era ancora qualche cosa di timido in me che m’agghiacciava; e al terzo e ai seguenti sentii fra le braccia la dolce fanciulla che avevo ricercata, il desiderio del mio residuo di gioventù» (Italo Svevo in una lettera a Livia Veneziani, 23 dicembre 1895).