Maria Chiara Bonazzi, La Stampa 5/11/2004, pag. 18., 5 novembre 2004
Il fondotinta di epoca romana saltato fuori dalla viscere di Londra reca ancora, sotto il coperchio del vasetto, l’impronta dell’ultimo dito femminile che lo ha usato
Il fondotinta di epoca romana saltato fuori dalla viscere di Londra reca ancora, sotto il coperchio del vasetto, l’impronta dell’ultimo dito femminile che lo ha usato. L’unico segno del tempo trascorso è la puzza di uova marce che esala. La pasta, che serviva a dissimulare il colorito olivastro della matrone, è composta da ossido di stagno per la pigmentazione, amidi derivati da radici o granaglie bollite come addensante, grasso ovino (o bovino) come emolliente. Gli scienziati l’hanno riprododtta in laboratorio e hanno notato che il grasso si scioglie sulla pelle per lasciare come un velo di cipria. Il vasetto, alto 6 centimetri, è stato rinvenuto in uno scavo presso Tabard Square durante i lavori per la costruzione di un centro commerciale.