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 2004  novembre 04 Giovedì calendario

TALAMONTI

TALAMONTI Josè Leonardo Alvarez-Santa Fe (Argentina) 12 novembre 1981. Calciatore. Dell’Atalanta. Ha giocato anche nella Lazio • «Passarella [...] parla bene di lui. Anche il maestro Menotti lo fa. [...] Nell’Union de Alvarez ha cominciato; nel Rosario Central si è fatto un nome, al punto di essere stato dichiarato più volte incedibile dal presidente del club Pablo Scarabino, pure di fronte alle richieste di Boca, River e Independiente. Succede che il Rosario Central ha i conti in rosso ed è in amministrazione controllata, sottoposto al controllo di un giudice (e questa è più o meno una metafora di tutta l’Argentina). Succede anche che il 31 agosto 2004 a mezzogiorno, mentre Talamonti si sta allenando, una telefonata del suo procuratore lo avverte che a Roma lo aspettano, che l’affare è fatto. ”Al ragazzo offrono un sacco di soldi - si affretta a dichiarare el senor Scarabino - non possiamo trattenerlo”. I tifosi del Central non sono per niente convinti e inscenano una manifestazione fuori dal campo di allenamento: accettano infine il malinconico sacrificio sapendo che con i soldi ricavati dal trasferimento del loro pupillo la squadra potrà sopravvivere per tutta la prossima stagione. Fanno 1.500.000 dollari per la comproprietà del 71% del giocatore. Un affare. Paradosso vuole che dall’altra parte del filo, in Italia, non ci sia esattamente Moratti e neppure un uomo Del Monte qualsiasi, ma el senor Lotito, nuovo presidente della Lazio, nuova figura cult della tv sportiva, teorico del calcio discount e simbolo dell’argentinizzazione del calcio italiano. Dunque, chi ha fatto l’affare? Ma qui usciamo dal cinema argentino per rientrare nella solita commedia. Il resto è telenovela: 3000 concittadini di Talamonti hanno dato l’arrivederci al figlio illustre del loro paese; lui è arrivato in Italia con la fidanzata Valeria e una chitarra, rifacendo a ritroso la strada del suo bisnonno, che a suo tempo partì da Ripatranzone (Ascoli Piceno). Ora vive all’Olgiata. Sai le serenate....» (Alberto Piccinini, ”il manifesto” 3/11/2004).