Gian Antonio Stella, "L’orda", Rizzoli, 2003., 2 novembre 2004
Nel 1904 nelle galere americane erano detenuti per omicidio 26 austriaci (compresi gli slavi che facevano parte dell’impero asburgico), 22 canadesi, 6 francesi, 9 inglesi, 16 irlandesi, 13 polacchi, 10 russi, 13 svedesi, 33 tedeschi, 7 ungheresi e 96 italiani
Nel 1904 nelle galere americane erano detenuti per omicidio 26 austriaci (compresi gli slavi che facevano parte dell’impero asburgico), 22 canadesi, 6 francesi, 9 inglesi, 16 irlandesi, 13 polacchi, 10 russi, 13 svedesi, 33 tedeschi, 7 ungheresi e 96 italiani. La sproporzione era anche tra i carcerati per tentato omicidio: 175 gli italiani, pari a tutti gli austriaci, canadesi, francesi, inglesi, irlandesi, polacchi e russi messi insieme. Diversa la situazione per i reati minori: per ubriachezza stavano in cella in 113 contro 1478 canadesi o 6100 irlandesi. Nei delitti di sangue nessuno superava gli italiani: su 100 detenuti, 13 erano reclusi per aver commesso reati contro la società, 30 contro la proprietà e 57 contro la persona. Tra gli assassini erano il 16 per cento, davanti a svedesi e austriaci (13), polacchi (7), tedeschi (5), russi (4). Gli irlandesi pure avevano una brutta nomina per la microcriminalità (36 per cento dei reati commessi da stranieri era opera loro), ma non c’era paragone: gli italiani erano il 4,7 per cento degli immigrati in America e erano responsabili del 14,4 per cento dei delitti gravi; loro erano il 15,6 per cento e erano accusati del 10,7 per cento. Ancora nel 1908 tra gli stranieri incarcerati per le imputazioni più pesanti (’major offenders”), i francesi erano 341, gli irlandesi 395, gli inglesi 679, gli italiani 2077.