Emanuele Perugini, l’Unità 28/10/2004, pag. 22., 28 ottobre 2004
Un gruppo di ricercatori australiani ha scoperto sull’isola di Flores (Indonesia) i resti di un ominide, risalente a 18 mila anni fa (altri reperti incompleti sono stati datati tra i 12 mila e i 95 mila anni fa), che è un vero e proprio rompicapo per i paleontropologi
Un gruppo di ricercatori australiani ha scoperto sull’isola di Flores (Indonesia) i resti di un ominide, risalente a 18 mila anni fa (altri reperti incompleti sono stati datati tra i 12 mila e i 95 mila anni fa), che è un vero e proprio rompicapo per i paleontropologi. Alto poco più di un metro, aveva un cranio grande come un pompelmo (500 centimetri cubici) ma nonostante le dimensioni ridotte del suo cervello sapeva fabbricare utensili e cacciare. I tratti somatici dell’Homo Floresiensis sono a metà strada tra quelli dei primi Homo Erectus e quelli degli ominidi più recenti, con in più alcune caratteristiche particolari, come il nanismo. Altro aspetto particolare è che l’isola di Flores si trova a est della cosidetta linea di Wallace, che segna una sorta di barriera naturale alle migrazioni di diverse specie di animali. Finora si riteneva che solo l’Homo Sapiens, 45-50 mila anni fa, fosse riuscito a superare l’ostacolo e colonizzare l’Australia, ma questo ritrovamento mette in dubbio la teoria.