Varie, 27 ottobre 2004
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Lisitsa Valentina
• Kiev (Ucraina) 11 dicembre 1973. Pianista • «A tre anni picchiettava sul piano di casa. Mezz’ora al giorno di disciplina e furia sotto gli occhi della nonna. [...] Adesso [...] è osannata al limite del lirismo: “Il suo fraseggio poetico è genuinamente originale”, “Miami Herald”; “La veemenza con cui schiaccia il pedale del piano verso vette furibonde ricorda quella del pilota automobilistico”, “American Record Guide”; “Dita infallibili”, “Baltimore Sun”... Gli inizi, però, sono meno lisci: “Nessuno in famiglia aveva tendenze musicali, mio padre Eugene è ingegnere, mia madre Valentina una sarta. Il piano era stato comprato per mio fratello, senonché lui voleva diventare una rockstar, presto mollò il piano per la chitarra, poi abbandonò la musica definitivamente [...] Anch’io detestavo lo strumento. Quelle mezz’ore di Bach le ricordo ancora come le più lunghe della mia vita [...] Mi obbligavano a pattinare e nuotare. Con i miei capelli lunghi sempre a mollo e il gelo di Kiev ero perennemente malata”. A quattro anni debutta con Tchaikovsky sul palcoscenico della scuola per prodigi di Kiev, a sei è data in pasto al pubblico. Unico scopo dei genitori: spianarle una carriera che la porti verso Occidente. [...] studia come una dannata, memorizza spartiti, scrive musica [...] Il ’91 è l’anno del Signore: sposa Alexei Kuznetsoff, anche lui pianista, e partono per Miami dove partecipano al concorso Dranoff. [...] In coppia vincono il concorso, poi tornano a casa. Tempi duri, perché ora il paragone c’è, si chiama Miami. [...] Grazie a un visto da studente torna negli States. Nel ’92 è al Campus dell’Università dell’Indiana: “Un posto piccolo e un po’ noioso, deleterio per il nostro inglese precario, visto che c’era una colonia di russi”. Poi il primo concerto, al Festival di Chicago. Nel ’94 è la volta di Dallas. [...] Nel ’95 arriva il contratto in esclusiva con la Audiofon [...]» (Dorothy Roduni, “Sette” n. 50/1997).