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 2004  ottobre 27 Mercoledì calendario

PEEL John (John Robert Parker Ravenscroft). Nato a Heswall (Gran Bretagna) il 30 agosto 1939, morto a Cuzco (Perù) nell’ottobre 2004

PEEL John (John Robert Parker Ravenscroft). Nato a Heswall (Gran Bretagna) il 30 agosto 1939, morto a Cuzco (Perù) nell’ottobre 2004. Disc jockey. «Leggendario deejay della Bbc famoso per aver lanciato molti gruppi della scena inglese e per aver organizzato le session negli studi radiofonici dell’emittente inglese con i più grandi nomi del rock. Quelle registrazioni avevano preso il suo nome ed erano diventate una serie di fortunati dischi. [...] Dal 1967, l’anno della fondazione, era una delle voci di punta di Radio 1, la prima stazione della Bbc, attraverso la quale aveva presentato al pubblico le nuove band e le nuove tendenze della musica internazionale» (’la Repubblica” 27/10/2004). «Ad eccezione di Rolling Stones e Beatles (ma anche di Sex Pistols e altri), band e artisti correvano da Peel, baluardo di autonomia e lungimiranza artistica. E la sapeva lunga lui. L’inglesissimo John Peel aveva comunque esordito negli Stati uniti, aiutato anche da quell’accento che cadeva a pennello nell’esplosione del beat inglese. Nel 1961 era in una piccola stazione di Dallas, poi si spostò a San Bernardino, in California. Ma nel 1967 lo troviamo già tra i nomi di riferimento di Radio London, emittente pirata con lo studiolo su una barca in acque internazionali, al largo delle coste britanniche. Le trasmissioni andarono avanti da marzo a agosto, poi la chiusura. A quel punto Peel, da sempre ispirato da skiffle, rock’n’roll e Radio Luxembourg, passò a Radio 1, la nuova rete ”solo per i giovani” con cui la Bbc intendeva contrastare il successo delle radio pirata. Al tempo le regole sindacali prevedevano che la musica registrata dovesse avere uno spazio ben delimitato. Il resto, volendo, poteva essere ”riempito” dalla musica dal vivo e da registrazioni live. E qui si inserisce Peel - l’unico conduttore del team originario di Radio 1 - che da quel momento [...] ha invaso l’etere e i negozi di dischi (spesso attraverso l’etichetta Strange Fruit) di un bendidio di suoni, scoperte, rarità. La versione discografica delle sue ”sessions” è un rituale a cui si sono volentieri sottoposti molti dei gruppi ospitati nello show. Qui la curiosità e l’apertura di Peel, pur restando all’interno della musica pop, non ha praticamente conosciuto confini. Dal punk al reggae (Peel fu tra l’altro il primo dj inglese a suonare due volte di seguito lo stesso brano, alla giamaicana), dal rockabilly alla musica africana urbana (nell’83 fu visto piangere dopo uno show dei Bhundu Boys, gruppo dello Zimbabwe di cui andava pazzo). Incensato per il suo fiuto, amava schermirsi ripetendo che lui non scopriva proprio nessuno, erano i musicisti che si scoprivano da sé, con i loro stessi dischi: ”Faccio quello per cui sono pagato, ascolto il materiale che arriva in redazione e se mi piace lo metto in onda”» (Francesco Adinolfi, Marco Boccitto, ”il manifesto” 27/10/2004).