Fonti varie., 24 ottobre 2004
Anno I - Quarantesima puntata(settimana dall’11 al 18 ottobre)Stato federale. Dopo sette mesi di dibattito, venerdì 15 ottobre la Camera ha approvato (295 sì, 202 no, 9 astenuti) la Riforma costituzionale, che viene sinteticamente definita "Riforma della devolution e del premierato forte"
Anno I - Quarantesima puntata
(settimana dall’11 al 18 ottobre)
Stato federale. Dopo sette mesi di dibattito, venerdì 15 ottobre la Camera ha approvato (295 sì, 202 no, 9 astenuti) la Riforma costituzionale, che viene sinteticamente definita "Riforma della devolution e del premierato forte". La parola "devolution" significa che le Regioni avranno più potere. Il "premierato forte" significa che, in pratica, il presidente del Consiglio sarà eletto direttamente dal popolo. Altri punti importanti: la Camera sarà formata da 500 deputati, invece che da 630 come oggi; il Senato sarà "federale", cioè composto da 6 senatori per Regione, ad eccezione di Molise e Val d’Aosta che ne avranno due (il totale dà 252 membri invece degli attuali 315); si potrà diventare senatori già a 25 anni (invece che a 40) e presidenti della Repubblica a 40 (oggi 50); il presidente del consiglio - o "premier" - non avrà più bisogno del voto di fiducia, nominerà o revocherà lui i ministri (poteri che oggi sono del presidente della Repubblica), potrà sciogliere le Camere; altra possibilità di sciogliere le Camere: il Parlamento presenta una mozione di sfiducia e il nome di un nuovo premier, e la vota a maggioranza; le leggi saranno divise per competenza: quelle di competenza della Camera saranno approvate solo dai deputati, quelle di competenza del Senato solo dal Senato: la camera "incompetente" (per dir così) avrà 30 giorni di tempo per proporre delle modifiche, ma sarà sempre la Camera "competente" a decidere se accettarle o meno; sanità, scuola e polizia amministrativa passano alle Regioni; il federalismo fiscale dovrà essere attuato nei tre anni successivi all’entrata in vigore della nuova legge.
Entrata in vigore. La Riforma dello Stato non può entrare in vigore immediatamente perché è una legge costituzionale e la nostra Costituzione prevede, per questo tipo di leggi, quattro approvazioni: il testo della Camera dovrà dunque andare al Senato (gennaio-febbraio 2005), poi tornare alla Camera (febbraio-marzo), quindi ancora al Senato (maggio). Se in questi passaggi non si cambia neanche una virgola, nell’autunno dell’anno prossimo si terrà il referendum confirmativo. Se gli elettori col referendum approveranno la riforma, questa entrerà in vigore gradualmente a partire dal 2005 e sarà pienamente operante dal 2011. Intoppi, ritardi, modifiche e altri tipi di rallentamenti potrebbero far slittare il tutto al 2016. L’approvazione è un successo della Lega, che ha festeggiato in piazza Montecitorio con striscioni, saltelli, capelli dipinti di verde e foto-ricordo con Silvio Berlusconi che stringeva un bouquet di rose bianche. L’opposizione l’ha definita "un vestito di Arlecchino che gli italiani non riusciranno mai a indossare" (Fassino), "una mostruosità" (De Mita). Bossi ha brindato a Brissago, dove fa la convalescenza. Ha fatto trapelare una dichiarazione prudente: "Questa dovelution non è esattamente quello che volevamo, però almeno siamo riusciti a portare a casa qualcosa".
Armata rossa. Ha fatto sensazione che, per i 26 anni del pontificato di Wojtyla (venerdì 15 ottobre), sia stato chiamato il Coro dell’Armata rossa (adesso "russa"). Si ricordano "i cavalli dei cosacchi che berranno l’acqua a San Pietro" (campagna elettorale del 1948), l’invasione dell’Armata rossa in Polonia (1939), ecc. Il coro ha chiuso la sua esibizione cantando una canzone in polacco, il papa ha risposto in russo.
Petrolio. Il mondo si è ormai rassegnato alla salita del prezzo del petrolio: i giornali hanno dato con titoli piccoli e nelle pagine interne la notizia dello sfondamento di quota 55 dollari al barile.
Andreotti. La Cassazione ha assolto definitivamente Andreotti dall’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso, lanciatagli nel 1993 dalla Procura di Palermo (Giancarlo Caselli). Commento di Andreotti: "Poiché la giustizia si amministra in nome del popolo, diciamo che avevo già ricevuto un’abbondante caparra". L’intera istruttoria consta di novecentomila pagine raccolte in 87 faldoni. Il costo degli undici anni di indagini e dibattimento è stato di 127 miliardi di lire.
Ambrogino. Uno scandaletto curioso è quello esploso giovedì 14 ottobre a Milano: De Niro, venuto in città su invito di Miuccia Prada per partecipare a una proiezione di film selezionati all’ultimo Tribeca Festival, doveva ricevere anche la massima onoreficenza milanese, detta "Ambrogino d’oro" (in realtà è in simil-oro). L’attore ha simpaticamente parlato al pubblico del teatro Manzoni, ma ha meno simpaticamente rifiutato l’Ambrogino "per non danneggiare Kerry, di cui sono un grande supporter". Gli italoamericani accusano De Niro di aver accettato troppi ruoli di mafioso e di non essere quindi degno di nessuna onoreficenza italiana. In che modo l’Ambrogino avrebbe influenzato il voto per la Casa Bianca resta per il cronista un mistero. De Niro è poi arrivato in ritardo alla manifestazione, inducendo il sindaco Albertini ad andarsene senza pronunciare discorsi. E’ poi andato a Roma, dove è rimasto un’ora ma senza scendere dall’aereo. Chiacchiere e pettegolezzi infiniti. Del resto, in passato, l’Ambrogino è stato rifiutato, tra gli altri, anche da Dario Fo e don Verzè.
Kerry-Bush. Kerry ha vinto tutti e tre i duelli televisivi con Bush (l’ultimo giovedì 14 ottobre, dove ha anche pronunciato una battuta su Mary, la figlia lesbica del vicepresidente Cheney). Gli ultimi sondaggi dicono tuttavia che Bush è ancora avanti di 4 punti. Gli stati decisivi quelli cioè di cui non si sa ancora da che parte stanno, sono la Florida, l’Ohio e la Pennsylvania. Si vota il 2 novembre.
Duelli tv. Berlusconi si è dichiarato disponibile a un faccia a faccia tv con Romano Prodi alla vigilia delle prossime elezioni politiche. la conferma indiretta che i sondaggi lo dànno ancora in svantaggio su Prodi. Prodi, a sua volta, ha detto di esser pronto. Il problema sarà stabilire le stesse regole ferree che vigono nei confronti americani: tempi contingentati e moderatore super partes. La questione del moderatore, soprattutto (Bruno Vespa?), risulterà incandescente.
Condono. Il governo ha fatto approvare al Senato (ci vuole ancora il passaggio alla Camera) un emendamento alla delega sulla legge ambientale che condona i piccoli abusi edilizi commessi nelle zone protette, e trasforma in reati penali, con quattro anni di carcere, gli aumenti illegali di planimetria che superino il 30 per cento. Si ribadisce che i cosiddetti ecomostri (tipo le costruzioni di Punta Perotti a Bari) devono essere abbattuti entro 60 giorni. L’emendamento è apparso all’improvviso giovedì 14 ottobre e il governo ci ha messo su la fiducia. L’opposizione ha abbandonato l’aula per protesta, cinque senatori Verdi (tre uomini e due donne) hanno fatto lo spogliarello in aula mostrando magliette che accusavano Berlusconi di voler sanare per questa via gli abusi da lui stesso compiuti nella sua Villa Certosa in Sardegna, il presidente Pera ha espulso i cinque pronunciando la frase: "Potevate almeno portare delle ventenni". Per Punta Perotti e il resto, dicono gli oppositori, erano già sufficienti le leggi in vigore. I precedenti condoni edilizi hanno dato, dal punto di vista delle entrate, risultati irrisori.
Jessica e Sabrina. A Dronero, giovedì 14 ottobre, sono state sepolte Jessica e Sabrina Rinaudo, le due sorelle morte nell’attentato di Taba in Egitto. Folla enorme, nugolo di autorità (tra cui il presidente della Camera Casini, giunto in leggero ritardo). Firenze dedicherà una strada alle due ragazze, in Israele sarà piantato un bosco che avrà il loro nome.
Luzi. Mario Luzi, il nostro poeta perennemente candidato al Nobel, è stato nominato senatore a vita. Pochi giorni dopo (20 ottobre) ha compiuto 90 anni. Ha detto che parteciperà il più possibile ai lavori dell’assemblea e che non gli piace il governo Berlusconi.
Preti in tv. L’ultimo documento dei vescovi italiani (la Cei) si occupa della necessità che i sacerdoti sappiano usare i nuovi mezzi di comunicazione e prevede perciò corsi di formazione, siti Internet per le 26 mila parrocchie italiane, ecc. Però ammonisce che "nessuno ha il diritto di parlare a nome della Chiesa" e che chi va in tv deve perciò aver avuto "l’incarico". I giornali hanno tradotto, forse non correttamente: "Meno preti in tv". In ogni caso Don Mazzi s’è subito dimesso dall’Isola del famosi.
Valentino Rossi. Anche quest’anno, benché avesse una Yamaha, Valentino Rossi ha vinto il titolo mondiale di motociclismo, quarto consecutivo, sesto di tutta la carriera. A Phillip Island, in Australia, è arrivato primo e il suo rivale Gibernau, sulla più accreditata Honda, secondo. Tra sponsor e ingaggi Valentino guadagna 23 milioni l’anno.
Facce. A Tokio è stata totalmente ricostruita la faccia di un operaio di 54 anni, il cui volto era stato devastato da un incidente: gli è stato asportato un lembo di pelle della schienza che, coltivato, ha raggiunto in sei mesi i 27 centimetri di lunghezza per 28 di larghezza, quanto bastava per la ricostruzione. L’équipe protagonista dell’interventa è quella del professor Hiroyki Sakurai dell’ospedale Metropolitan Hiroo di Tokio. La vera novità dell’intervento sta nel fatto che è stato adoperato un solo lembo di pelle. A Louisville, nel Kentucky, si preparano intanto a un trapianto di faccia vero e proprio: prenderanno quella di un paziente in stato di morte cerebrale e la trasferiranno su quella di un uomo vivo.
Competitività. L’Italia è quarantassettesima nella classifica della competitività stilata ogni anno dal World Energic Forum. Era ventunesima nel 2001. Colpevoli del declino: la burocrazia, la normativa sul lavoro troppo rigida, la mancanza di infrastrutture. Al primo posto ci sono, nell’ordine, Finlandia, Usa e Svezia. I 15 vecchi membri della Ue stanno tutti prima di noi. Ci precedono anche la Lettonia (quarantaquattresima) e, soprattutto, il Botswana (quarantacinquesimo).
Mamme. L’Istat valuta nel 14,6 la percentuale di donne che, dopo aver avuto un figlio, si licenziano e nel 6 la percentuale di quelle che, dopo il figlio, vengono licenziate. In un modo o nell’altro, una donna su cinque - dopo la maternità - è costretta a lasciare il lavoro.
Buttiglione. La Commissione Libertà e Giustizia del Parlamento europeo ha poi bocciato effettivamente Rocco Buttiglione, ministro designato alla Giustizia, per via delle sue opinioni sull’omosessualità, rinforzate pochi giorni dopo da una frase infelice sulle madri single ("non sono buone"). No anche a un eventuale cambio di portafoglio. Il presidente Barroso, che succederà a Prodi il 1° novembre, gli ha espresso solidarietà. Si deve tener conto che il voto della Commissione è consultivo. Però il 27 ottobre, a Strasburgo, il Parlamento vota la fiducia a Barroso e ai suoi ministri e quel voto sarà vincolante. Berlusconi, per non farsi prendere di sorpresa, ha rinviato il rimpasto di governo, nel caso che Buttiglione debba poi essere recuperato in qualche modo.