Varie, 20 ottobre 2004
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Gnaga Simone
• Milano 19 febbraio 1961. Politico. Di Alleanza Nazionale • «’Politicamente sono un fascio-leghista”, ammette lui sorridendo come se niente fosse quando gli viene chiesta conferma di un’autodefinizione inquietante che aveva dato all’’Espresso” nel 2001. E spiega. Dopo aver lavorato anche a Rete 4, la carriera politica l’ha iniziata con Bossi, fu Bossi a farlo eleggere al Parlamento nel ’96, ”unico leghista sotto la linea gotica”, sempre Bossi a ispirarlo, ”diciamo che tuttora io mi sento un leghista”. Poi siccome non era facilissimo convertire al federalismo in odore di secessionismo i toscani, ”nel ’99 ho lasciato la Lega e adesso dirigo An a Firenze”. La morale la ricava lui, ”pensate un po’, un leghista che guida i fascisti di Firenze!”. E se la ride di grosso. Antropologicamente Gnaga è paradigmatico perché molte delle sue frasi e battaglie descrivono lo spirito dei tempi e la totale trasversalità post-politica meglio di un saggio barboso. Non è mai stato di sinistra, però informa: ”Nelle case del popolo seguono i miei dibattiti con attenzione, i big come Curzi Ferrara e Di Pietro mica si fermavano a discutere coi vecchini, suvvia” [...] un fascio-leghista, eppure con Furio Colombo e il forzista Enzo Palmizio è stato il primo firmatario della legge per l’istituzione della ”Giornata delle memoria”, che ricorda la Shoah e le leggi razziali in Italia: ”Allora tenni un profilo bassissimo perché la comunità ebraica fiorentina non gradiva granché il mio abbraccio, temevano cercassi voti per le regionali. E anche An preferì che in aula intervenisse Selva, sa, lì dentro c’è tanta gente di cultura missina e quella legge era parecchio coraggiosa per l’ambiente postfascista...”. Infine Gnaga era un parà (’decisi di firmare dopo il servizio militare, e nel 1982 fummo il primo contingente ad arrivare in Libano dopo la strage di Sabra e Shatila”) ma non è sempre e comunque stato per la guerra: ”Mi opposi ai bombardamenti su Belgrado quando c’era Diliberto, mica Bossi al governo! Io sono stato nel Consiglio d’Europa e so che l’Uck era una formazione terrorista; il che naturalmente non giustificava Milosevic, ma perché bombardare tanti innocenti?” [...]» (’La Stampa” 19/10/2004).