Varie, 18 ottobre 2004
BARBA
BARBA Vincenzo Gallipoli (Lecce) 12 novembre 1952. Politico. Già senatore, nel 2008 eletto alla Camera (Forza Italia, Pdl) • «’Sì nel 2001 dissi che avrei votato D’Alema [...] Ma che vuole? Io ero impegnato per Mantovano, poi però ho avuto un profondo ripensamento, anche spirituale, mi so’ detto ”D’Alema è un uomo libero e io non ho incarichi di partito, come possiamo far mancare il nostro voto a un politico della sua statura?’. Vabbè, era ”u presidente dei Ds, però era anche uno statista!”. E D’Alema, all’uninominale, passò. Barba benedicente, ”lo votai e lo feci votare, per quanto mi era possibile”. Ma quello ”era tutto un altro momento storico”, mica si poteva lasciare a casa uno statista; invece ”adesso abbiamo le palle piene, non sulamente noi del Salento ma specialmente noi, ora serve la svolta, la svolta vera”. E come è noto, tutte le svolte vengono da Gallipoli. Nel 1994 chi se lo scorda, proprio D’Alema e Rocco Buttiglione si erano visti a pranzo sulla terrazza del ristorante Il bastione per ragionare dell’ipotesi di un’alleanza antiberlusconiana e costruire le fondamenta dell’Italia post Tangentopoli. Poi come si sa le cose andarono diversamente, dopo differenti traversie sia l’ex comunista che il filosofo scelsero lidi europei, e quanto perigliosi. Però che pranzo, allora, e che impulso che ne venne al made in Gallipoli e alle magnifiche burrate del posto. Ricorda Barba che la tavola imbandita fu a base di sarago e squisiti bianchi locali. D’Alema disse al commensale filosofo ”di sicuro non è d’allevamento, come succede alle orate e alle spigole”. E Barba, che è un esperto di pesce, conferma, ”teniamo il miglior pesce della costa, orate, spigole, saraghi... io stesso sono membro dei consigli di diversi organismi di settore nella pesca”. Più che un hobby, un lavoro. Utile anche a concludere accordi politici. [...] l’imprenditore nel settore della distribuzione petrolifera. quello il tratto che, lasciato D’Alema, più lo avvicina a Berlusconi. Oltre naturalmente al fatto di essere anche lui proprietario e presidente di una squadra di calcio, il Gallipoli. ”Io un Berlusconi pugliese? Sono l’imitazione in piccolo...”, scherza amabile [...] Barba è una fucina di progetti e riferimenti politico-culturali, mica partitici. Oltre a D’Alema c’è il Cavaliere, naturalmente. ”Berlusconi sta cambiando l’Italia, io voglio cambiare il Salento”. C’è il Kant di Buttiglione, ”uno di quei personaggi che vanno inclusi nella categoria dei number one, ma come vogliamo metterci a discutere la cultura e il comportamento morale di quest’uomo?”. [...] Uno che ha costruito un impero (lui dice ”piccolo”, l’agenzia Apcom lo presenta come ”uno dei più ricchi contribuenti pugliesi”). Uno che ha riportato il Gallipoli in serie D dopo tanto tempo, e i giornali locali scrissero misurati ”il Gallipoli torna in D dopo 26 anni al termine di un campionato di Eccellenza che definire trionfale è poco”» (’La Stampa” 17/10/2004).