ཿAnsa 13/10/2004, 13 ottobre 2004
La volta che il vicepremier Gianfranco Fini, in visita ufficiale a Tokyo, al termine di una cena tra la delegazione italiana e alcuni esponenti del governo giapponese, si sentì rivolgere dall’interprete una strana richiesta: cantare qualcosa per celebrare l’incontro, secondo la tradizione locale
La volta che il vicepremier Gianfranco Fini, in visita ufficiale a Tokyo, al termine di una cena tra la delegazione italiana e alcuni esponenti del governo giapponese, si sentì rivolgere dall’interprete una strana richiesta: cantare qualcosa per celebrare l’incontro, secondo la tradizione locale. Fini, che provò a rifiutare spiegando di essere molto stonato, cedette infine davanti a tanta insistenza e intonò ”Mazzolin di fiori”: "L’uditorio non fa una piega e quando tocca ai giapponesi, la massima autorità presente comincia un discorso sulla contingenza economica, sulla situazione politica e mille altre serissime informazioni sul Giappone". Alla fine scoprì che l’interprete aveva tradotto erroneamente il termine ”parlare” con ”cantare”.