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 2004  ottobre 12 Martedì calendario

VITERBI Andrea

VITERBI Andrea Bergamo 9 marzo 1935. Matematico • «Negli Usa è una celebrità, in Italia invece il suo non è un nome famoso al grande pubblico. Eppure, sono pochi gli italiani che non debbano qualcosa a questo illustre sconosciuto. Senza Andrea Viterbi, infatti, i telefonini digitali non esisterebbero. Nel 1966, poco più che trentenne, ideò l’Algoritmo Viterbi, la formula matematica per l’eliminazione dell’interferenza di segnale grazie a cui funzionano tutti i cellulari GSM del mondo. Negli anni 90, come fondatore e presidente della Qualcomm, propose la tecnologia CDMA, la base degli UMTS, i telefonini di terza generazione. Viterbi ha studiato con Bruno Rossi, ha collaborato con Von Braun ed è stato consigliere di Clinton. Diventato multimilionario, ha distribuito generose donazioni a centri di ricerca e università [...] Ma la storia di Andrea Viterbi comincia molto prima: a Bergamo, dove è nato nel 1935 e da cui è stato costretto ad andarsene a soli quattro anni a causa delle leggi razziali, trasferendosi negli Stati Uniti. [...] non ama essere definito il padre delle comunicazioni digitali: ”Il successo ha molti padri, e il fallimento è orfano” spiega ridendo. ”Diciamo che mi occupo di queste cose da molto tempo”. Modestia a parte, quando formulò il suo famoso algoritmo non aveva di certo in mente i cellulari; il suo settore era molto teorico. ”Con il tempo, però, quello che era matematica teorica oggi è dentro tutti i telefonini del mondo. Il mio algoritmo - racconta Viterbi - è stato applicato quasi subito al Jet Propulsion Laboratory della Nasa: si può dire che i cellulari sono una ricaduta della ricerca spaziale. Ma è naturale: satelliti e comunicazioni sono in simbiosi”. La cifra del successo di Viterbi è proprio la grande capacità di mettere assieme risultati scientifici di altissimo livello e la loro applicazione concreta, in una carriera di scienziato-imprenditore tipicamente americana, che non ha equivalenti in Italia, e ricorda, casomai, quella del premio Nobel Riccardo Giacconi. Viterbi, comunque, non ha dimenticato il suo paese di origine. ”Ho molti rapporti con la comunità scientifica italiana, e sono molto legato all´Italia in generale”. Malgrado le leggi razziali? ”Mio padre è stato un patriota per tutta la vita, era ufficiale medico nella Prima Guerra Mondiale, quindi sono cresciuto con l’amarezza dei miei genitori. Ma c’è sempre stato amore per l´Italia, per la sua cultura e in gran parte anche per la sua gente. Io ho avuto l’onore e il piacere di conoscere piuttosto bene Primo Levi, la sua vedova è mia prima cugina” [...]» (Claudia Di Giorgio, ”la Repubblica” 12/10/2004). Vedi anche: Francesco Battistini, ”Sette” n. 8/1999.