Candida Morvillo, "Vanity Fair", 14/10/2004, pagina 50., 14 ottobre 2004
Quando Vittoria Puccini s’accorse di essere famosa: «Non c’è stato un momento preciso. Tutti i fine settimana prendevo il treno per tornare a Firenze dai miei e mi accorgevo che i compagni di vetturia iniziavano a guardarmi
Quando Vittoria Puccini s’accorse di essere famosa: «Non c’è stato un momento preciso. Tutti i fine settimana prendevo il treno per tornare a Firenze dai miei e mi accorgevo che i compagni di vetturia iniziavano a guardarmi. Mi sono emozionata quando sono stata da mamma a scuola, che è maestra elementare. Una bimba piangeva emozionata. I bambini hanno una delicatezza che spesso manca agli adulti. Una volta sulla spiaggia un maschietto mi punta il dito contro e chiama la femminuccia. E lei: "Non la indicare: disturbi"».