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 2004  ottobre 11 Lunedì calendario

PERROTTA

PERROTTA Simone Ashton (Gran Bretagna) 17 settembre 1977. Calciatore. Con la nazionale campione del mondo nel 2006. Dal 2004/2005 alla Roma. Lanciato dal Chievo, prima aveva avuto un’infelice esperienza alla Juventus (1998/1999) • «Se fosse un cantante verrebbe subito da paragonarlo a Ligabue: Una vita da mediano [...] A sentirlo parlare, invece, viene in mente il Jovanotti di qualche tempo fa, quello che urlava al mondo Sono un ragazzo fortunato. [...] Calabrese nato per caso in Inghilterra (papà Francesco gestiva un pub ad Ashton, vicino Manchester, dove Simone ha vissuto fino all’età di cinque anni) [...]» (Silvia Guerriero, ”Sportweek” 15/11/2003). «Ventuno presenze consecutive da titolare con la maglia azzurra, il passaggio dal Chievo alla Roma, poi quasi solo delusioni. [...]» (Alessandro Angeloni, ”Il Messaggero” 18/8/2005). «[...] C’era Zidane. C’erano Conte, Davids, Deschamps. ”Quando arrivai a Torino ero un ventenne e per di più con il servizio militare da fare. Partivo la domenica sera dopo la gara e tornavo a metà settimana. Ma, di quella Juve conservo tanto...”. Due anni in bianconero (1998-2000) [...] ”Una parentesi importante nella mia carriera. I primi sei mesi c’era Lippi, poi Ancelotti. Rimanevo sorpreso dalle attenzioni che mi riservava Zidane: aveva appena alzato al cielo la Coppa del Mondo eppure mi accolse come un vecchio compagno di squadra [...] Si respirava aria da grande partita anche durante gli allenamenti. Professionalità era la parola d’ordine [...] le mie soddisfazioni sono riuscito a prendermele. Penso al debutto in Champions a Torino contro l’Athletic Bilbao”. Da dove nasce il Perrotta centrocampista con licenza di far male ai portieri avversari? [...] ”Merito di Ancelotti. Mi fece giocare da trequartista nello spareggio Uefa con l’Udinese [...] L’interpretazione che metto in campo è del tutto personale. Ho la fortuna, da sempre, di poter contare su una facilità di corsa naturale e il resto è frutto dell’istinto [...]”» (Guglielmo Buccheri, ”La Stampa” 24/3/2006).