Varie, 11 ottobre 2004
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Perrotta Aldo
• Napoli 7 febbraio 1949. Politico. Deputato. Di Forza Italia. «’Io sono sgobbone, mi piace lavorare. Lavoro sempre. Alla mattina mi trova qua, alla sera mi trova qua. Se non sto nel mio ufficio, sono in aula. Se l’aula è vuota mi può vedere in commissione. Se non c’è seduta, sono a disposizione degli elettori. Tra un appuntamento e l’altro corro, mi siedo dietro la scrivania e scrivo”. [...] Cento chilogrammi ben portati, una civilissima passione per la pasta e fagioli (e anche per le cozze, i calamari, gli spaghetti alle vongole), il viso tondo e pieno di chi ha un unico nemico da battere: il colesterolo. [...] L’ansia da produzione e il ritmo veneto col quale asseconda la sua fatica ne fanno il primo politico con la partita Iva. Produce idee in serie: ”Sono convinto che il turismo a Napoli si risvegli creando per i visitatori nuove attrattive. Dunque cosa penso? Penso che bisognerebbe santificare il meglio che la città offre”. La canzone napoletana è un’eccellenza? Perrotta propone l’istituzione di un museo della canzone napoletana (Pdl 4173). E la pizza? ”Istituzione di un museo della pizza napoletana (Pdl 4366)”. Dimenticavamo il mare (Istituzione di un museo del mare, proposta numero 4172), l’arte orafa, il vino, la pittura dell’Ottocento, la pasta, i gioielli. Un museo per ogni cosa [...] Nella produzione legislativa di serie l’onorevole riconosce a se stesso la bontà della strategia industriale che anima la propria azione politica. Se anche le idee possono essere fotocopiate, figurarsi i partiti... Infatti Perrotta è titolare, proprio titolare, nel senso che sono suoi, di ben sei partiti. ”Ppe, poi Lega Sud, Lista donne, Partito monarchico italiano, Libertas Sport, Movimento giovanile”. Sei liste civiche, pronte all’uso. Partiti che nascono quando servono e muoiono quando servono. [...] ”Facevo il consulente aziendale. Davo risposte alle aziende in crisi. Proponevo piani di rilancio. Devo dire che ne ho uccise parecchie. ma allora ero ancora democristiano e statalista. Berlusconi mi ha fatto conoscere il mercato. Che grande cosa il mercato!”» (Antonello Caporale, ”la Repubblica” 11/10/2004).