varie, 10 ottobre 2004
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JARRE Jean-Michel Lione (Francia) 24 agosto 1948. Musicista. Figlio di Maurice, famoso compositore di colonne sonore (sue tra l’altro, quelle di Lawrence d’Arabia e del Dottor Zivago, per cui ha vinto due Oscar), cominciò a studiare pianoforte da bambino, debuttò nel 1969 con il singolo La Cage, ma fu solo con Oxygène nel 1977 che il suo successo divenne planetario: oltre 15 milioni di copie vendute
JARRE Jean-Michel Lione (Francia) 24 agosto 1948. Musicista. Figlio di Maurice, famoso compositore di colonne sonore (sue tra l’altro, quelle di Lawrence d’Arabia e del Dottor Zivago, per cui ha vinto due Oscar), cominciò a studiare pianoforte da bambino, debuttò nel 1969 con il singolo La Cage, ma fu solo con Oxygène nel 1977 che il suo successo divenne planetario: oltre 15 milioni di copie vendute. Nel 1981 fu il primo artista pop occidentale ad esibirsi in Cina. Sposato per vent’anni con Charlotte Rampling, ebbe una lunga relazione con Isabelle Adjani, di recente ha preso in moglie l’attrice francese Anne Parillaud • «Nel ”76, a ventotto anni, pubblica Oxygène e nel ”78 Equinoxe; vendono 25 milioni copie. Da quel momento in poi Jean-Michel Jarre può vivere di rendita, anche artistica. Ha creato un genere personale e riconoscibile. E la sua musica inizia a viaggiare, ispirata da luoghi e da personaggi. Ed è diventato un personaggio pubblico [...]» (Laura Putti, ”la Repubblica” 9/10/2004) • Oxygène, uscito nel 1977, è uno dei dischi più famosi di musica elettronica. Ne ha registrato una nuova versione nel 1997, una terza nel 2007: «’C’è una profonda differenza tra Oxygène 7-13 del 1997 e questa versione. Quella era una continuazione della composizione originale, concepita unitariamente, ma divisa in più parti perché non era possibile inciderla nella facciata di un Lp. Questa è la prima versione, suonata dal vivo con gli stessi strumenti, senza ritocchi; un’esecuzione filologica, solo che al posto di Stradivari e clavicembali adoperiamo sintetizzatori d’epoca. Una differenza c’è: stavolta abbiamo usato un vero studio, mentre trent’anni fa Oxygène fu registrato in cucina [...] Il suono caldo del Moog e dei primi sintetizzatori per me rimane ineguagliato, anche se qualcuno ha cercato di ricrearlo al computer. C’è chi si affida ciecamente alle macchine, ma questo implica una fiducia nel progresso che mi pare vicina al fanatismo. Il mio approccio è più scettico, non m’interessa un’estetica in cui la tecnologia abbia un ruolo indipendente dall’ispirazione, per me le macchine sono un mezzo, non un fine” [...]. Nel 1983, con Musique pour Supermarché fu tra i primi a denunciare lo strapotere delle case discografiche. Incise il disco in una sola copia, che fu trasmessa alla radio, e invitò i fan a registrarlo, poi lo vendette all’asta. Oggi [...] è il portavoce dell’Ifpi (l’associazione delle major e indipendenti di tutto il mondo) [...] rappresenta il lato più pop e spettacolare della musica elettronica, sempre snobbato dai fan di Brian Eno, Laurie Anderson, Can, Kraftwerk e via sperimentando. [...] ”Non è mai stato un problema per me. Sono stato allievo di Pierre Schaeffer e ho conosciuto la musica elettronica assai prima delle invenzioni di Brian Eno. Lui ci è arrivato dopo, anche se per vie diverse. Mi piace lavorare con Laurie Anderson, anche se non la sento più tanto spesso da quando è diventata la signora Lou Reed. Can e Kraftwerk invece li trovo freddi, mi piace la musica che respira, la loro spesso ha il fiato corto”. [...] ha tenuto anni fa in Danimarca un concerto utilizzando solo energia eolica, e si è impegnato a favore dell0Unesco per la costruzione di acquedotti in Marocco. [...] sessanta milioni di dischi venduti e quattro record mondiali per il concerto più affollato (l’ultimo dieci anni fa a Mosca con oltre tre milioni e mezzo di spettatori) non ha mai pensato di essere troppo popolare? ”Non ho mai voluto superare un record solo per il gusto di farlo, però è successo, e questo vuol dire che la mia musica arriva a molte persone. [...] il mio contributo alla storia della musica è stato soprattutto spingere l’elettronica fuori dai laboratori, portandola nelle case di tutti. E nelle piazze, molto prima dei rave e della Love Parade”» (Bruno Ruffilli, ”La Stampa” 4/12/2007).