8 ottobre 2004
Tags : Josef Paul. Kleihues
Kleihues JosefPaul
• Nato a Rheine (Germania) il 10 giugno 1933, morto a Berlino (Germania) il 13 agosto 2004. Architetto. «Sarebbe necessaria ormai una riflessione che collocasse storicamente il contributo della generazione degli architetti tedeschi che hanno lavorato nel trentennio degli anni ’60-80, la generazione che, dopo quella di Biermann e di Sharoun, di Bartining, di Schwarz, di Bonatz, di Ilaring (che si erano ritrovati insieme tra il ’50 e il ’55 a discutere e ad ascoltare, ai ”Darmstädter Gespräche”, la celebre conferenza di Heidegger ”Costruire, abitare, pensare”), ebbe il compito della ricostruzione della Germania divisa e di Berlino. Essi hanno formato nell’insieme una vera e propria scuola di principi democratici, oltre che architettonici, densi della volontà di rintracciare una nuova identità dell’architettura tedesca, capace di lavorare in architettura senza smarrire i principi della grande tradizione degli anni Venti, generatrice del moderno. Tra questi un posto importante ha occupato Josef Paul Kleihues, professore a Dortmund e poi alla Kunstakademie di Düsseldorf e animatore principale dal 1979 dell’Iba (Internationale Bauaustellung di Berlino) che moltissimo contribuì a riporre Berlino al centro del dibattito internazionale dell’architettura. [...] Kleihues è stato certamente uno dei due o tre architetti più importanti della sua generazione, ci ha lasciato opere come il nuovo ospedale di Berlin Neuköln, il progetto del Museum of Contemporary Art di Chicago, il museo dell’Hamburger Bahnhof e quello dello Stadtreiningung sempre a Berlino e molti altri lavori (l’elenco dei suoi progetti ne annovera più di 200) del suo ”razionalismo poetico”, come egli stesso lo definiva. Un razionalismo che al rigore dei metodi e dei principi aggiungeva una sensibilità capace di dare agli specifici problemi una propria unicità di risposta necessaria. [...] L’Iba è stata il più importante esperimento di ricostruzione critica della città europea a cui hanno contribuito gli architetti più interessanti di tutto il mondo durante tutto il decennio degli anni Ottanta, con esiti diseguali ma che appartengono ormai di diritto alla storia dell’architettura moderna. Costruire nel costruito era lo slogan che si confrontava con il modernismo krutchoviano che, negli edifici della Germania Est, aveva sostituito con assai più incerti principi, la prima ricostruzione che aveva prodotto la Stalinallee nel primo dopoguerra. L’Iba aveva in qualche modo rovesciato simmetricamente, nei confronti dell’Est, i propri principi, tentando di rintracciare la tradizione gloriosa della Repubblica di Weimar e del gruppo dei ”Ring”, leggendone gli esiti come atti di una cultura urbana attenta agli storici principi insediativi della città. I temi del regionalismo critico, della relazione con il contesto, con la storia e la tradizione della città, ma anche quelli dei primi anni del decostruttivismo, furono attivi in quel grande cantiere sperimentale che l’occasione storica dell’isola di Berlino Ovest alimentò, tra le tensioni e le dimostratività politiche della guerra fredda di quegli anni, ma anche in un clima di vivissimo dibattito culturale nel cinema e nella letteratura e nelle arti visive non meno che nell’architettura. Libri, mostre, discussioni, pubblicazioni sulle riviste hanno concentrato per un decennio su Berlino l’attenzione della cultura internazionale. Di tutto questo Joseph Paul Kleihues fu protagonista con le proprie opere non meno che con la sua attività di uomo della cultura» (’Corriere della Sera” 3/10/2004).