Varie, 7 ottobre 2004
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Zoro MarcAndre
• Kpolo Abidjan (Costa d’Avorio) 27 dicembre 1983. Calciatore. Giocò in Italia con Salernitana e Messina (1999-2003) • «Detto la pantera, ma solo per la pigrizia del giornalista che ha scritto il pezzo. [...] cresciuto nel Paris Saint Germain [...] grande amico di Didier Drogba, oggi stella assoluta e volto simbolo del calcio ivoriano [...] Arrivato alla Salernitana di Zeman a 16 anni, Zoro aveva cominciato lì da difensore centrale. Dopo un po’ la Roma se lo sarebbe volentieri comprato. Invece è finito agli altri giallorossi, allora in serie b. Una sera in trasferta col Vicenza, entrò al 39’ del primo tempo per sostituire il difensore Bellucci espulso e alla fine della partita furono denunciati dalla Salernitana “ripetuti insulti di chiaro contenuto xenofobo-razzista rivoltigli dai colleghi vicentini”. Zoro non è un santo, ogni tanto è fuori per squalifica, avrà fatto saltare i nervi a qualcuno, ma alla fine non ha mai avuto le scuse da nessuno. [...]» (Alberto Piccinini, “il manifesto” 6/10/2004) • «[...] vive in Italia dal ’99. [...] come molti altri calciatori di colore, conosce l’umiliazione degli insulti razzisti e potrebbe disegnare la mappa italiana dell’inciviltà del tifo. Mark Zoro non ha mai taciuto la sua sofferenza di fronte ai cori beceri, non ha mai finto di non sentirli o di considerarli sciocchezze meritevoli di un’alzata di spalle. Lui i cori li patisce e si indigna. Lui chiede rispetto e se [...] un gruppo di tifosi dell’Inter lo piglia di mira perché è nero si ferma, prende il pallone sotto braccio, va dal quarto uomo e gli dice chiaro e tondo: “Io non gioco più”. [...]» (Enrica Speroni, “La Gazzetta dello Sport” 28/11/2005) • «[...] calcio, famiglia e preghiere. Dice: “Una sofferenza mi prepara sempre a nuove gioie, Dio è grande”. È il suo dogma, il motore di tutti i suoi progetti. E le doti profetiche non gli mancano neppure: aveva pronosticato in tempi non sospetti la qualificazione ai Mondiali di Germania 2006, puntualmente avvenuta, e la salvezza del Messina [...] divenuta poi 7°posto. [...] Pupillo di Zdenek Zeman ai tempi della Salernitana (segnalato dall’agente Raffaele Novelli), Mark è nato centrale, ma il tecnico Vincenzo Patania, nella sua breve esperienza sullo Stretto, nell’estate del 2003, lo trasformò terzino destro. Col tecnico Mutti ha raffinato la sua arte in marcatura e limitato sbavature e amnesie. È un prodotto della scuola calcio “Cocody” di Abidjan, con cui proprio la Salernitana avevo stipulato una convenzione secondo cui al mantenimento a proprie spese delle attività corrispondev au ndiritto di prelazione sui migliori. Ma il difensore ivoriano, prima di raggiungere l’Italia, il suo grande obiettivo, è transitato per la Francia, dove ha giocato nel Paris Saint Germain. “Inseguendo il sogno di diventare come Thuram, ho creduto sempre di più in me stesso”. Il Messina l’ha consacrato e gli Elefanti della Costa d’Avorio (è amico fraterno di Drogba) l’hanno lanciato nel palcoscenico mondiale. Nella Salernitana lo ricordiamo, pure, protagonista anche di un durissimo scontro di gioco con Fabrizio Miccoli (sublussazione alla spalla) in una sfida salvezzacon la Ternana del 5maggio 2002. Un episodio. Perché lui si è fatto conoscere per correttezza e propensione al gol» (a.d’u., “La Gazzetta dello Sport” 28/11/2005).