6 ottobre 2004
Tags : Emmanuel. Le Roy Ladurie
LeRoyLadurie Emmanuel
• Nato a Moutiers-en-Cinglais (Francia) il 19 luglio 1929. Storico. «La storia del clima non è una scienza, o una disciplina. un sapere. Chi se ne occupa è un ”uomo-orchestra”, che deve essere in grado di utilizzare svariati metodi di ricerca. anche osteggiata, e forse necessiterebbe di più vocazioni. Ma è la prospettiva di un futuro sempre più preoccupato dai problemi ambientali, dall’effetto serra, dallo stato del pianeta, e che tuttavia sembra voler ignorare quanto è accaduto, a questo riguardo, nel nostro passato. Emmanuel Le Roy Ladurie, il grande interprete della tradizione francese delle Annales, dello scavo nelle vicende minute di persone comuni per capire il nostro passato, da anni è l’alfiere di questo nuovo indirizzo negli studi. [...] Allievo prediletto e continuatore di Fernand Braudel, suo successore dal ’73 al Collège de France, Le Roy Ladurie è uno di quei rari studiosi che sanno parlare a tutti i lettori. Uno dei suoi libri più noti e importanti, Montaillou, un villaggio occitano (Rizzoli), pubblicato in Francia nel ’75, divenne un vero e proprio bestseller. [...] ”Il nostro tempo ci costringe a riflettere sul passato da questo punto di vista. Abbiamo alle spalle catastrofi climatiche del tutto paragonabili a quella, ad esempio, che ha colpito di recente l’isola di Haiti. Il problema non è certo nuovo. Nel 1693 la carestia in Francia causò 1 milione e 300 mila vittime. Il freddo inverno del 1481 costò 500 mila morti, che facendo un paragone con la popolazione attuale sarebbero oltre un milione di oggi. A Bruges, nel 1316, il prezzo del grano si impennò fino a cinque volte, e quello del sale quattro, per effetto delle piogge eccessive, uccidendo il 5% della popolazione per effetto della combinazione fra la carestia e le epidemie che ne derivarono. Il passato è ricco di catastrofi quanto il presente [...] Prendiamo la Rivoluzione francese: la raccolta del grano nel 1788 (e anche nell’89) fu pessima. La crisi che ne seguì - crisi, comunque, e non carestia - fu tra i motivi per cui Luigi XVI convocò gli Stati Generali. Dalla combinazione di una seria congiuntura economica indotta dal clima e di un evento politico importante nacque una sorta di onda accelerata [...] Fernand Braudel. Ricordo che una lettura importante per lui fu quella del geografo valdostano Umberto Monterin, che aveva analizzato e dimostrato l’arretramento dei ghiacciai alpini. Braudel ne ha ripreso gli studi, di cui aveva letto sui giornali tedeschi quando era prigioniero in Germania, e hanno avuto importanza sul suo lavoro successivo. Io ho proseguito su questa traccia [...] per gli ’idealisti’ il clima è una costante. Giudicano le sue variazioni troppo deboli per essere significative. Ma ormai si comincia a capire quanto un mezzo grado di calore in meno o in più possa essere importante [...] La gente è sempre molto attenta al clima. Sotto Napoleone III si è lavorato sulla storia delle inondazioni, o dei ghiacciai. Ma a poco a poco questo campo è stato abbandonato perché i meteorologi non credevano alle fluttuazioni di lunga durata. Oggi, spinti dai problemi ambientali, torna l’interesse, anche se con molte limitazioni. Io, per esempio, in Francia non ho avuto allievi. Ne ho alcuni all’estero [...]”» (’La Stampa” 3/10/2004).