Varie, 5 ottobre 2004
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Sainct Richard
• Saint-Afrique (Francia) 14 aprile 1970, Egitto 29 settembre 2004. Motociclista. Dopo aver esordito nell’enduro, debutta alla Dakar nel 1991, vincendo 3 volte: 1999, 2000 (BMW) e 2003 (KTM). Nel suo palmares figurano anche le vittoria all’Atlas Rally (1997-98), al Tunisia (1998-99), al Marocco (2001-02). Nel 2002 e 2003 aveva vinto gli ultimi il rally dei Faraoni, gara che gli è stata fatale. «Uno dei più grandi protagonisti dei rally raid, è morto [...] in seguito ad una doppia caduta durante la quarta tappa del rally dei Faraoni, da Baharija a Siwa di 435 km. Lo hanno trovato sulla pista Lee Palmer e Jordi Duran – due piloti privati – al chilometro 285 della speciale: accucciato vicino alla sua KTM LC4, Sainct era già morto. I soccorritori che sono arrivati pochi minuti dopo in elicottero e che lo hanno immediatamente trasportato alla Clinica Mobile poco lontano, non hanno potuto fare nulla. [...] Una speciale lunga 435 chilometri, veloce ma ricca di insidie nascoste nella sabbia, scalini, dune, tagli sul percorso. Al chilometro 120 Sainct è caduto malamente e Meoni, arrivato poco dopo, lo ha soccorso: ”L’ho aiutato a tirare su la moto perché non ce la faceva da solo – racconta Fabrizio ”. Era confuso, gli ho chiesto come stava e mi ha detto che andava tutto bene. Ripartendo ho visto che rimontava in sella”. Al controllo di passaggio numero 3 al chilometro 211 l’assistenza KTM ha visto il francese arrivare un po’ incerto. sceso dalla moto malconcia, il manubrio storto, ha bevuto un po’ d’acqua e si è seduto in un angolo, all’ombra, aspettando che i meccanici sistemassero la sua LC4. Taciturno, a chi gli chiedeva come si sentisse, ha risposto che andava tutto bene, anche se non sembrava del tutto cosciente e lucido. ripartito, lentamente, senza forzare, ma al km 285 è caduto di nuovo. Forse in seguito ad una commozione cerebrale o a possibili lesioni interne riportate nella prima caduta: alcuni fotografi che lo avevano visto transitare poco prima, hanno notato la sua andatura molto lenta, inconsueta. [...] si era innamorato della moto all’età di sei anni seduto in sella dietro al padre, [...] prima di passare ai raid era stato una promessa dell’enduro francese [...]» (Elisabetta Caracciolo, ”La Gazzetta dello Sport” 30/9/2004).