Varie, 4 ottobre 2004
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Sparagna Ambrogio
• Maranola (Latina) 1957. Musicista • «Ho imparato soprattutto da Diego Carpitella che la musica popolare è un sistema culturale autonomo, un pensiero compiuto, che esprime forme, modi e repertori legati alle sue funzioni sociali. In Salento, mi sono trovato a disporre di una ricchezza documentaria senza uguali. Abbiamo lavorato sulle fonti, nelle raccolte di Alan Lomax, Diego Carpitella, di Ernesto De Martino, Gigi Chiriatti, Brizio Montinaro, Giovanna Marini; e ho cercato di creare un rapporto fra l’oggi e la memoria culturale, dare forme a una memoria attiva che non stia chiusa negli archivi, senza tradire il mio impegno politico e la mia storia personale - la musica popolare l’ho studiata all’università ma l’ho imparata da musicisti tradizionali che erano mio padre e mio nonno. [...] volevo rivendicare la piena dignità degli strumenti popolari. In un certo senso, un’orchestra di musica popolare è una contraddizione, perciò bisogna essere rigorosi nella scelta dell’organico e dei repertori e nel rispetto delle regole. Se imposti l’orchestra sugli organetti, l’organetto a otto bassi non ti consente più di due tonalità, e devi lavorare in questi confini: nella mia orchestra non ci sono tastiere. Lo stesso per i repertori [...] Per me, la musica popolare sono soprattutto i canti [...]» (Alessandro Portelli, “il manifesto” 2/10/2004).