4 ottobre 2004
Tags : Nigel. Nicolson
Nicolson Nigel
• Nato a Londra (Gran Bretagna) il 19 gennaio 1917, morto il 23 settembre 2004. Politico. Scrittore. «L’editore, lo scrittore, il deputato conservatore che votò contro il governo Eden nella crisi di Suez, ma soprattutto l’autore di Ritratto di un matrimonio, un libro che fece epoca - e scandalo - nella società inglese, in cui raccontò la vita intima, tutt’altro che ortodossa, dei suoi genitori. Nicolson era infatti figlio di Vita Sackville-West, la donna che amò, riamata, Virginia Woolf e ispirò il romanzo Orlando. Per quel libro fu preso in giro, disprezzato, accusato di lavare in pubblico i panni sporchi, quando invece voleva solo testimoniare un’epoca. L’epoca è quella di Bloomsbury, il circolo intellettuale che fiorì tra le guerre, sicché in qualche necrologio Nicolson è definito ”l’ultimo di Bloomsbury”, l’attributo che è già stato usato in passato per altri e sarà di certo usato in futuro per qualche personalità minore. Invece, a lui, s’addice. Di sicuro [...] ebbe una vita ricca e unica, anche se nel dettare il proprio epitaffio fu, con eleganza, modesto: ”Tempestata di qualche trionfo e molti attimi deliziosi, non è stata una perdita di tempo”. Ma non fu mai all’altezza degli altri grandi di Bloomsbury, da Keynes a Forster, se scrisse: ”Mi sarebbe piaciuto aver scritto il libro di Holroyd su Litton Strachey”. Né aveva la cattiveria necessaria in politica: ”Non sono rimasto abbastanza in Parlamento per diventare ministro”. Ma fondò una casa editrice di successo, Weidenfeld & Nicolson, che pubblico Lolita (pur contro il suo parere) e che gli sopravvivrà. L’infanzia fu certo gelida, con il padre Harold così distratto e quella madre, Vita, che non sopportava la compagnia dei figli, al punto di non voler mai stare sola con Nigel o Ben, il fratello. A 11 anni, a Knole, la sterminata casa medievale della famiglia materna, i Sackville conti di Dorset, con 365 stanze, 52 scale, sette cortili e un enorme parco popolato da cervi, il piccolo Nigel andava a caccia di farfalle assieme a una donna spigolosa che girava dattorno, Virginia Woolf, senza sapere quale amicizia la legasse alla madre, per la quale già scriveva Orlando. E a 14 debuttò nel circolo di Bloomsbury, quando fu fatto sedere a tavola per essere il quattordicesimo commensale. Aveva davanti una donna spaventosa, Lady Ottoline Morrell, e dopo pranzo chiese se fosse una strega. La risposta di Clive Bell, il critico d’arte, gl’insegnò presto lo spirito snob della compagnia: ”Certamente è una strega: lo sappiamo tutti, ma non abbiamo mai avuto il coraggio di dirlo”. Dopo Eton, Oxford e dopo una breve passione per il fascismo (Hitler, scrisse, ”ha qualcosa d’ingenuo, affascinante, sincero”), si ravvide e combatté dalla parte giusta, anche se partecipò alla restituzione dei cosacchi antisovietici a Stalin, mandati a sicura morte, che raccontò con coraggiosa sincerità. Ma intanto, con l’eredità della nonna, aveva fondato la casa editrice assieme a George Weidenfeld, e nel dopoguerra entrò in Parlamento per i Tories. Poi nel ’73, con l’uscita di Ritratto di un matrimonio, che elencava le passioni lesbiche della madre (non solo la Woolf, ma anche e soprattutto Violet Trefusis) e le divagazioni del padre, divenne celebre o, peggio, famigerato. Nei club di Pall Mall coniarono per lui sconce ballate, ma Nigel rispose che il matrimonio di Harold Nicolson e Vita Sackville-West era stato, malgrado tutto, un successo: vissero da coniugi per mezzo secolo, senza cedere al rito borghese e meschino del divorzio» (Alessio Altichieri, ”Corriere della Sera” 29/9/2004).