28 settembre 2004
cortine di gala Nel Giappone Heian, le dame vivevano dietro le ”cortine di gala” (kichô): ricevevano visite e facevano conversazione sempre al riparo di una tenda portatile, formata da una base di legno laccato su cui venivano montate due aste perpendicolari alte un metro e venti, che reggevano un’asta lunga circa il doppio, da cui pendevano tende di seta
cortine di gala Nel Giappone Heian, le dame vivevano dietro le ”cortine di gala” (kichô): ricevevano visite e facevano conversazione sempre al riparo di una tenda portatile, formata da una base di legno laccato su cui venivano montate due aste perpendicolari alte un metro e venti, che reggevano un’asta lunga circa il doppio, da cui pendevano tende di seta. Spesso conservavano l’anonimato e venivano identificate grazie a una figura maschile: figlia di, sorella di, moglie di, madre di. Non per questo erano meno potenti. Le leggende raccontano di mogli gelose che persino da morte continuavano a terrorizzare i loro mariti, costretti a ricorrere alla saggezza degli indovini per liberarsene. Gli avventurieri dovevano badare anche alla ”marcia notturna dei cento demoni”: bande dai piedi forcuti, le unghie a pugnale e l’aspetto mostruoso pronti a massacrare l’inguaribile corteggiatore che girava di notte.